NO PORK

gennaio 22, 2013 in Approfondimenti da admin

Brescia, da città dalle mille fontane a città dai mille parcheggi.
Che cosa farei se avessi 22 milioni di euro
Da parecchio tempo a Brescia si discute sull’utilità del nuovo parcheggio in galleria. Un’ opera definita “fondamentale” per la città che costerà 22 milioni di euro. Essa è in totale contrasto con l’idea di mobilità portata dal nuovo metrò che nel 2013 comincerà a funzionare decongestionando in parte il traffico. L’ipotetico parcheggio avrà 600 posti auto. Il limitrofo parcheggio di Fossa Bagni ha in media 150 posti auto liberi giornalmente. Il parcheggio in fondo a Via Turati che copre piazzale Arnaldo è in completamento. Ma allora perché volerlo fare a tutti i costi? Sicuramente qualche impresa edile ne verrebbe avvantaggiata, come l’occupazione. Ma dall’altra parte, chi e cosa si perde?

Brescia vanta il vigneto urbano più grande d’Europa, lo sapevate? Il riconoscimento ai monumenti del centro ricevuto dall’UNESCO va salvaguardato lasciando intatto il territorio, non squarciandolo per accogliere le auto dei visitatori di Santa Giulia. I bresciani abituati a parcheggiare sotto casa (ad esempio il parcheggio di piazza Duomo) si invogliano a prendere i mezzi pubblici. Non è necessario parcheggiare in centro. Dal parcheggio di Fossa Bagni esiste la possibilità di arrivare in centro non pagando il pedaggio per una sola fermata con l’autobus. Si scende a due passi da piazza della Loggia.
Se dovessi avere in tasca 22 milioni di euro e proprio fossi costretto a spenderli in un opera che aiuti la mobilità cittadina, guarderei al passato. Le grandi opere, ai tempi della crisi, è necessario che siano utili, non solo grandi.

La nostra stazione dei treni ai primi anni dell’800 era coperta, come la stazione Centrale di Milano. Perché non pensare a coprirla nuovamente? Rimanendo fedeli al disegno originale o (perché no?) lanciare un concorso di idee per una nuova contemporanea struttura metallica? Creerebbe occupazione, ed anche attrazione. Invece la stazione è diventata un piccolo triste centro commerciale, privo anche di un ingresso unico. Caratterizzarla come un tempo sarebbe un recupero filologico.
Mi piacerebbe riavere anche la vecchia funivia, che porta in Maddalena.
Funivia Maddalena
Se ne è parlato nell’agosto del 2009. I bollenti spiriti che colpiscono i bresciani sotto la canicola agostana troverebbero un sicuro refrigerio. La vecchia funivia inaugurata nel 1955, costruita da Ceretti & Tanfani con cabine da 35 posti percorreva un dislivello di 650 metri a 7,5 m/s. L’ultima corsa fu nel settembre del 1969 e fino al 1973 funzionò come impianto scuola-guida per i macchinisti. Questo blog spiega bene com’era e com’è allo stato attuale: http://www.funiforum.org/funiforum/showthread.php?t=271 Si può vedere anche il video dell’inaugurazione http://www.youtube.com/watch?v=aBLd6DrFWLE. E’ un altro modo di riportare la montagna vicina ai bresciani. L’unico grande scoglio, oltre quello economico, sarebbe la delocalizzazione del ristorante Funivia (appunto) che da anni occupa i locali della stazione di partenza.

Mi piacerebbe anche il ripristino della ferrovia Brescia Salò.  Come è coperta la tratta che porta in val Camonica e che lambisce il Sebino, sarebbe altrettanto bella (anzi, utile) una ferrovia che portasse sul Benaco occidentale. Desenzano è già raggiunto dalla ferrovia. Sarebbe di sicuro vantaggio per i pendolari, aiuterebbe a decongestionare la strada. La nuova tangenziale è utilissima, certo, ma perché non guardare oltre? Togliere il trasporto su gomma in favore di quello su ferro avrebbe certamente l’appoggio della Comunità Europea per un’opera che verrebbe certamente usata.

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