Una splendida miniera di notizie e immagini

febbraio 8, 2016 in Recensioni da Mario Baldoli

Il Codice Rustici di Marco di Bartolomeo Rustici, Olschki editore

codice rusticiLa vita è un viaggio, non solo nel senso della retorica filosofica o in quello estetizzante (il migliore è quello intorno alla mia scrivania). La vita è prima di tutto un viaggio fisico, uno spazio e un tempo a volte difficili, ma che in qualche caso vanno oltre e diventano anche una metafora da cui quella vita prende senso. Come una felice zingarata in Costarica o la vela che aggira Capo Horn. Così il viaggio avventuroso ci segna per sempre.

Ogni epoca ha i suoi viaggiatori. Gli uomini dell’inquietudine, della curiosità, del rischio. Nel Duecento incontriamo la famiglia Polo, nel Trecento Ibn Battuta, nel Cinquecento i grandi navigatori, poi La Mecca. Appare ora, inatteso e ignoto quello di un orafo fiorentino Marco di Bartolomeo Rustici il quale nel 1441, alla vigilia dei cinquant’anni, decise di rompere gli indugi e, con due amici, compiere il viaggio della sua vita: arrivare al Santo Sepolcro a Gerusalemme. Descrive la sua avventura in un’opera singolare, esistente in un’unica copia nella Biblioteca del Seminario Arcivescovile Maggiore di Firenze. Ora l’opera è pubblicata per la caparbia volontà della bibliotecaria Elena Gurrieri, il sostegno dell’Ente Cassa di risparmio di Firenze insieme alla raffinatezza dell’editore Olschki

Un’opera straordinaria perché, a piena pagina o ai margini dello scritto, si susseguono centinaia di figure a colori di mano dell’autore: disegni realistici o simbolici, spesso con protagonista Firenze, ma anche riflessioni sulla vita umana, le piante, gli animali. Le illustrazioni punteggiano le pagine come estensioni della parola in un impeto cartografico e descrittivo a cui non deve sfuggire niente: una febbre di visioni che racchiudono lo specchio del mondo.

L’opera, semplicemente chiamata Codice Rustici, è in due tomi. Il primo è il testo completo, Andata e viaggio al santo Sepolcro e al monte Sinai, 568 pagine con relative illustrazioni. Il secondo volume contiene gli studi, l’edizione critica, la trascrizione del Codice e altre 200 illustrazioni. Tutto stampato con carta e inchiostri speciali per mantenere la fedeltà delle cromie e la nitidezza dei dettagli. Nel complesso quasi 900 pagine, curate da Elena Gurrieri, Kathleen Olive e Nerida Newbigin. Dodici studiosi di fama internazionale hanno lavorato sul Codice per connotarlo in tutte le sue parti. Gli hanno dato come sottotitolo Codice Rustici, un viaggio attraverso la Storia, l’Arte e la Chiesa della Firenze del XV secolo.

La ragione del lungo sottotitolo sta nelle varie prospettive e campi di lettura a cui il Codice si presta. Innanzitutto l’arte: Rustici è immerso nel clima culturale di Firenze, un immenso cantiere dove crescono Orsanmichele e il Duomo con le porte di Ghiberti, e da poco nella cappella Brancacci brillano gli affreschi di Masolino e Masaccio, nota Cristina Acidini. Mentre il passato si fonda sui viaggi “totali” di Dante e Petrarca e sull’epopea borghese di Boccaccio.

Rustici è un acuto pittore, con una libertà spaziale e una prospettiva geometrica da artista che vive l’umanesimo dell’urbs perfecta. Il suo ambiente è una civitas evoluta, capace di cambiamento e di entusiasmo mercantile (Francesco Gurrieri). Non conosce il latino, ma la sua cultura si è raffinata attraverso i testi volgari e volgarizzati (Kathleen Olive). La sua narrazione riassume la storia politica e religiosa della Firenze medioevale (Francesco Salvestrini), e vede i moderni chiamati a sorpassare l’opera degli antichi, realizzando, con l’aiuto di Dio, capolavori di riforma (Timothy Verdon).

Sul percorso simbolico, sottratto quindi al genere narrativo, è l’intervento di Franco Cardini, che individua la vicenda di un’anima “il cui scopo finale è la comprensione di Firenze come Jerusalem interior a livello personale, e magari come Jerusalem spiritualis a livello civico”. Da Firenze a Firenze, per la via di Gerusalemme, l’umano itinerario verso Dio.

Il Codice svela anche quali potevano essere le letture – devozionali, scientifiche filosofiche – di un artigiano fiorentino, un borghese discretamente ricco, la cui curiosità intellettuale diviene modello di un’istruzione universale, idonea a tutti i ceti sociali e a tutte le età. (Nerida Newbigin), mentre i disegni fanno anche in parte capire come li leggessero.

 

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