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I bambini di Gaza non sanno più disegnare

aprile 24, 2025 in Arte e mostre, Palestina da Laura Giuffredi

Disegno Gaza 1La bandiera palestinese, in alto, ha un angolo bruciacchiato: una palla di fuoco l’ha colpita.

La casa col giardino è solo un ricordo in un fumetto; la realtà è una tenda triangolare senza fisionomia. E Aisha si è raffigurata in lacrime, in un angolo; il suo messaggio è chiarissimo: “Mi manca così tanto la mia casa e vorrei tornarci un giorno”. La grafia araba è elegante e si mescola con una dichiarazione in inglese, “I love”: se per caso qualcuno non avesse capito…

Colori e segni sono però elementari, non propri di una bambina di 10 anni: ma il terrore e il trauma dei bombardamenti quotidiani, della distruzione, dell’essere sfollati senza prospettive, fanno regredire, rendono incapaci di esprimersi a un livello evoluto, consono all’età. Ce lo spiega il neuropsichiatra infantile Mohammed El Katteeb, palestinese sessantenne da anni in Italia, che fu profugo a sua volta e che potè studiare grazie a UNRWA, l’ “Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel vicino Oriente” (cui dallo scorso marzo è stato imposto da Israele il divieto di fornire aiuti a Gaza). Questo per ricordarci che la “questione palestinese” va avanti da molti decenni. Leggi il resto di questa voce →

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L’immagine di Brescia tra Ottocento e Novecento (con uno sguardo al futuro)

aprile 21, 2025 in Architettura e urbanistica da Laura Giuffredi

Mappa di Brescia nel 1704 - In evidenza gli edifici conventuali

Mappa di Brescia nel 1704 – In evidenza gli edifici conventuali

In tema di Piano di Governo del Territorio (PGT), rispetto al quale il lavoro dell’Amministrazione Comunale di Brescia sta per iniziare l’iter di una variante generale, può essere interessante ripercorrere le vicende urbanistiche in città dopo l’unità d’Italia.

Ci si può rendere facilmente conto di come una sostanzialmente immutata mentalità abbia determinato le scelte in materia per un secolo, in pratica fino agli inizi degli anni ‘60 del Novecento: una mentalità che ha portato non solo agli interventi più clamorosi di demolizione e sventramento, ma anche a tutta una serie di “restauri” che ci hanno consegnato parte della città quale oggi la vediamo.

Furono soprattutto problemi igienico sanitari che sostennero le ragioni delle più incisive modifiche del tessuto urbano di Brescia e che fomentarono animate discussioni intorno a problemi urbanistici fin dall’Ottocento, sull’onda di un fermento razionalizzante di ispirazione illuminista, che la dominazione austriaca fece proprio. Leggi il resto di questa voce →

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Klimt: figure e un ritratto misterioso (3)

aprile 6, 2025 in Arte e mostre da Laura Giuffredi

Klimt, Ritratto di Amalie Zuckerkandl - 1917

Klimt, Ritratto di Amalie Zuckerkandl – 1917 

Paesaggi a parte, è la figura umana ad interessare molto Klimt e a trovare spazio costante nel suo lavoro, passando dalla stilizzazione decorativa alle più morbide e sfrangiate pennellate delle ultime opere. Se è vero infatti che su questo tema lo scambio con la contemporanea produzione di Egon Schiele e di Oskar Kokoschka lascia il segno, e vero anche che la strada percorsa dal nostro autore negli ultimi anni segue un cammino tutto suo, meno tormentoso ma non meno indagatore della psiche umana. Perderà infatti la cifra del decorativismo insistito, espresso soprattutto negli sfondi, oltre che negli abiti, costruiti ora con macchie informi di colore, e si concentrerà sui volti, che diventeranno punto focale della composizione.

Si veda a questo proposito il ritratto di Amalie Zuckerkandl del 1913-1917 (Vienna, Belvedere): incompiuta la coloritura dell’abito, tracciato a matita, ma non lo sfondo, a macchie dai tenui colori pastello, né il volto, espressivo ed eloquente, con lo sguardo direttamente rivolto all’osservatore, e le labbra appena dischiuse come ad iniziare un discorso. Leggi il resto di questa voce →

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Klimt: dall’Austria all’Italia , la rivoluzione continua (2)

aprile 1, 2025 in Arte e mostre da Mario Baldoli

Klimt, Il bacio

Klimt, Il bacio

Gli incarichi a Gustav Klimt erano costosi. Si ricorda che per l’acquisto di una villa con tutti gli arredi ad Aultaussee, un piccolo comune sull’omonimo lago in Alta Austria, l’acquirente pagò 40.000 corone, il ritratto della figlia gliene costò 35.000, e la Moderne Galerie acquistò Il bacio per 25.000 corone. All’epoca un maestro elementare guadagnava 1200 corone all’anno. I committenti di Klimt erano quindi grandi industriali, banchieri quasi tutti di origine ebraica che miravano ad un prestigio sociale che comprendeva anche la rottura della tradizione. Ma Klimt non ne approfittò, dipingendo un quadro o due all’anno.

Nel 1903 torna a Venezia e raggiunge Ravenna (le città più amate), a Ravenna vede per la prima volta i celebri mosaici che suscitano in lui grandi entusiasmi. Klimt si limita a una cartolina a Emilie: mosaici di inaudito splendore. Esplicito è invece il suo collega e compagno di viaggio Maximilian Lenz nel suo diario: Al chiaro di luna (era l’inizio di dicembre) attraversiamo le pianure intorno al delta del Po. Ravenna, vera meta del viaggio, è raggiunta. Per Klimt è un momento decisivo: i mosaici rutilanti d’oro delle chiese ravennati suscitano in lui un’impressione incredibile e decisiva. Da allora in poi il fasto e una certa rigida opulenza entrano nella sua arte ricca di sensibilità. Leggi il resto di questa voce →

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Quando Klimt adottò l’Italia (1)

marzo 23, 2025 in Arte e mostre da Mario Baldoli

 

Chiesa di Cassone

Chiesa di Cassone

Nel 1913, in piedi su una terrazza di Villa Gruber in Val di Sogno, ospite della famiglia Zuckerkandl, un suo ricco e appassionato collezionista, Klimt punta un canocchiale a dieci ingrandimenti, una tecnica a cui si è avvicinato da poco, e dipinge tre quadri che entrano nella storia del lago di Garda Malcesine sul Garda e Chiesa di Cassone, la prima puntando il canocchiale a nord, la seconda a sud. Un giorno, sovrapponendovi un mirino di cartone coglie, forse da Tremosine dove un una targa lo ricorda, la riva opposta e dipinge Giardino italiano, un’esplosione di colori e felicità naturale. La siepe di oleandro rosa conferisce un’autonoma vita alla casetta di pietra che spunta in alto a destra.

Lo stile dei tre quadri è l’estremo risultato della sua poetica: la totale eliminazione dell’illusione dello spazio, la scelta del bidimensionale. Leggi il resto di questa voce →

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Kafka umorista e dongiovanni (7)

marzo 15, 2025 in Approfondimenti, Letteratura da Mario Baldoli

Kafka con Hansi Szokoll

Kafka con Hansi Szokoll

Ci scrivono due lettrici: tanto lavoro critico su Kafka, ma, da quanto sappiamo, Kafka è stato crudele con tutte le donne con cui ha avuto dei rapporti: Hedwig Weiler, Felice Bauer che ha usata letterariamente per cinque anni forse per conoscere a fondo una donna, ma tradì con Grete Bloch. A Riva del Garda in barca con la ragazzina svizzera G.W., l’unica di cui non approfittò, fu innamorato, e quindi non ne scrisse. Poi un fidanzamento senza un filo d’affetto con Julie Wohryzek, che abbandonò brutalmente quando già aveva iniziato un rapporto con Milena Jesenskà. L’ultimo anno di vita sfruttò Dora Diamant con i sacrifici della vita a Berlino, anche se lei ne era felice. E siamo a sei donne, considerando platonico il rapporto con una sconosciuta a Zuckmantel e quello con G.W. Vero che queste donne l’hanno amato (l’unica a capire lui e il suo gioco fu Milena), senza rendersi conto che l’amato era un narcisista gonfio della sua letteratura, con cui non andremmo neppure al cinema, anche per non ricevere 200 lettere inutili.  Leggi il resto di questa voce →

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In principio era la danza, in principio era Dioniso

marzo 6, 2025 in Approfondimenti, Recensioni da Mario Baldoli

Dioniso. Mito e cultoLei dice: ti pianto in asso. E io penso a Teseo. Quel dongiovanni ha piantato a Nasso petrosa, l’innamorata Arianna, che pure l’aveva aiutato ad uccidere il Minotauro: una faccenda più grave della mia. Ma Arianna si è ripresa in fretta. 

Un caotico rumore di cimbali, flauti e timpani le si avvicina, cresce: arriva il carro di Dioniso, una barcaccia tirata dagli animali da lui prediletti, le pantere (ma amava anche capre e tori per le specifiche sessualità), un carro seguito da donne che gridano felici in preda a un furore sfrenato: ebbre e folli, danze e girotondi (v. EuripideLe Baccanti).

Appena la vede, il dio sposa Arianna.

Ritroviamo quel carro che si sposta da Tebe al monte Parnaso. Lungo il percorso la vicinanza di Dioniso afferra e possiede, nei paesi che attraversa le donne lasciano le case, invasate dal dio, s’iniziano ai misteri di una natura selvaggia. Leggi il resto di questa voce →

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Hobbes: la democrazia, il governo, la legge

gennaio 11, 2025 in Approfondimenti da Paolo Merini

Thomas Hobbes

Thomas Hobbes

Mi dedico alla nostra storia, a quella greca e a quella latina (…) più di tutti apprezzai Tucidide. Egli mi dimostrò quanto sia inetta la democrazia e quanto un solo uomo sia più saggio di un’assemblea. Tradussi questo scrittore in modo che mostrasse agli inglesi di rifuggire i retori che si accingevano a consultare.

Machiavelli e Hobbes, l’uno uomo del Rinascimento, l’altro, vissuto un secolo dopo, nelle guerre civili del Seicento inglese, sono i fondatori della scienza politica moderna. Studiosi dell’antica Roma, e Hobbes anche della lingua e del mondo greco, vissuti nel mezzo di continue lotte politiche, abbandonarono il moralismo tradizionale per giudicare i fatti come realmente avvenivano e trarne leggi di valore universale. Leggi il resto di questa voce →

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Il gusto della vita e l’attesa della morte. Dora e Franz a Berlino (6)

gennaio 5, 2025 in Approfondimenti, Letteratura da Mario Baldoli

Robert Klopstock

Robert Klopstock

Si era all’inizio di giugno del 1924 quando Franz, stroncato dalla sofferenza, disse al medico e amico Robert Klopstock: mi uccida, altrimenti lei è un assassino.

Klopstock si allontanò dal letto per pulire una siringa.

Franz gli disse: Non vada via.

Klopstock rispose: Non vado via.

e Kafka: ma vado via io.

Morì il 3 giugno.

Le poche battute hanno fatto pensare anche all’eutanasia, ma niente lo testimonia e in realtà è inutile sapere di più. Klopstock, per la precisione, era uno studente in medicina che aveva interrotto gli studi per seguire Kafka di cui era diventato amico, lui stesso era guarito dalla tubercolosi. Sua è l’ultima testimonianza su Kafka vivo. Leggi il resto di questa voce →

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La signorina Felicita, Nonna Speranza e la nuova Italia

dicembre 28, 2024 in Approfondimenti, Recensioni da Paolo Merini

Copertina gozzano okOsservavo. Un magnifico mobilio dell’Impero, a fasce lilla e gialle, due canterani a mezzaluna di legno intarsiato, desiderabilissimi, alcune tele di pregio; e tutte queste cose profanate dai soprammobili di mezzo secolo di cattivo gusto; fiori e frutti sotto campane, uccelli imbalsamati. Tutti gli arredi indispensabili dei salotti atroci. Miniature, dagherrotipi…

E’ impossibile non riconoscere l’autore di questo brano. Lo conoscevamo come poeta, ma Guido Gozzano fu anche scrittore di racconti e si trova nella collana Capolavori ritrovati dell’editore Capricorno che propone le opere prime o dimenticate di scrittori che abbiamo letto a scuola, riposte in un angolo e tornate nel lampo del passato. Il titolo del libro è infatti L’altare del passato, con una “lettura” di Giorgio Ballabio e la breve presentazione dell’editore.

Capricorno ha scelto 11 racconti di questo giovane canavese, innamorato della Torino sabauda, viaggiatore fino all’India per curare la tubercolosi, morto a 32 anni, nel 1916, poeta di classici come La signorina Felicita, ovvero la Felicità e L’amica di nonna Speranza. Ovvio che Felicità e Speranza non sono scelte a caso, sono allegorie. Leggi il resto di questa voce →

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