Naked Feelings

febbraio 12, 2013 in Arte e mostre da admin

Mostra personale di Laura Benedetti a Tokio

Un’esperienza speciale, una grande soddisfazione: Laura Benedetti (Brescia, 1960) da lunedì 11 fino a sabato 23 febbraio espone a Tokyo. Ad ospitare i suoi sedici dipinti è la Galleria di arte contemporanea Juichigatsu che – inaugurata nel 2002 a Ginza – è aperta soprattutto a giovani artisti: per diffondere la loro abilità d’espressione dice la direttrice Shoko Kanai, che partecipa anche a Fiere d’Arte a New York, Hong-Kong e Tokyo…

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Laura Benedetti, laureata in architettura al Politecnico di Milano, una lunga esperienza nel settore della progettazione d’arredo d’interni, titolare di un’agenzia di grafica pubblicitaria, da anni coltiva un’intensa passione per la pittura, soprattutto grazie ai corsi presso la AAB (2004/2005) del maestro Enrico Schinetti. Ama in particolare il ritratto, a pastello o ad olio, e la rappresentazione di soggetti capaci di evocare emozioni, sentimenti…

E proprio così – Naked Feelings Nudi Sentimenti – si intitola la mostra personale di Tokyo: dipinti ad olio, eseguiti dal 2011 al 2012, raffiguranti nudi femminili. Donne senza veli, senza volto spesso; il corpo raccolto, avvolto su di sé, tra (in)dolente dolcezza e misteriosa difesa. O forse è un’attesa, sospesa…

Attorno ai corpi nudi, strette pareti e nudi muri contengono, stringono, comprimono ma non schiacciano: dentro, la forza delle morbide linee sinuose resta in-tatta; sfiorata dalle spine del vivere ma non ferita… C’è un che di saldo in certo languido abbandono; c’è una linfa che pulsa anche nei gesti più fermi, più assorti: sale dal centro, nascosto dentro, nel profondo; e a questo centro ritorna… In un moto di introversione e insieme di attenta concentrazione. Quasi un lento (saggio) controcanto al rumore di tanta esibizione mediatica, al vuoto di troppo nude look femminil-modaiolo…

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Le donne di Laura Benedetti stanno sole e nude, tra luci, ombre e segni nitidi, sobri; donne spoglie come quando sono venute alla luce… Con una carnalità che è verità nuda: dentro la cruda realtà di un mondo che stringe e costringe. Giovani donne che – scrive Domenico Montalto – sono le personificazioni di una metafisica claustrofobia, di una ripiegata e irrimediabile solitudine, di un desiderio di fuga…

Ma a volte poi la fuga avviene, con poetiche pennellate che trasportano in un mondo altro… In un paese di strane meraviglie dove – con tocchi da iper-realismo magico – la pittrice adagia in candide conchiglie figure femminili piccole piccole o le appende a piani d’appoggio, mensole e consolle… E loro – grandi come una tazza, alte come un libro – se ne stanno lì, quiete, assorte, sole… Divise tra una realtà forse invivibile e un loro mondo invisibile… Ciascuna sospesa. In attesa…

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