Imparare e camminare

agosto 26, 2016 in Racconti e poesie

M’isso.

Passo primo. Barcollo.

Secondo passo. Tracollo.

Cauta, mi alzo. Curiosa, avanzo.

Un passo, un altro, un saltello, un balzo.

Danzo?   Leggi il resto di questa voce →

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Andata e forse ritorno: è così semplice emigrare dall’Italia (3)

febbraio 13, 2015 in Fuga dall'Italia

Nottingham2Ritorno sulla questione del lavoro.

È strano, sono partita convinta che bisogna essere ben preparati per accedere ad un’occupazione retribuita o meno (l’esperienza sembra richiesta in qualsiasi ambito, come ricercatrice, lavapiatti, volontaria), qui invece ho capito che non si è mai realmente pronti per coprire una posizione – c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare, fosse anche un modo diverso, quello lì adottato o da te adattato, di fare le stesse cose. E infatti mi hanno assunta non perché sapevo fare, ma perché avevo voglia di lavorare, e quindi avrei imparato. Entro i primi tre mesi decideranno se è il caso di tenermi o meno, in base a quanto e come contribuisco nel team. Tutto questo mi sembra giusto, sensato, normale. Leggi il resto di questa voce →

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Andata e forse ritorno: è così semplice emigrare dall’Italia (2)

febbraio 6, 2015 in Fuga dall'Italia

NottinghamÈ impressionante quanto velocemente mi sono ambientata.

Certo, questo è un altro mondo, e ci sono aspetti nella mia nuova quotidianità che mi risultano ancora difficili da metabolizzare – tipo i rubinetti separati per l’acqua calda e quella fredda, il gusto del caffè, i prezzi generalmente più alti, una volta attivato il convertitore pound-euro. E poi, il senso di marcia (su corsia, marciapiede, scala mobile) sul lato opposto, sulle monete c’è la siluette di Queen Elisabeth II, le prese per la corrente, le unità di misura (Libbre? Pinte? Miglia?) e mille abitudini sono diverse, ma niente di tutto questo è stato debilitante finora. Curiosità e novità di cui prendere atto, gestibili, pure divertenti. Leggi il resto di questa voce →

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Andata e forse ritorno: è così semplice emigrare dall’Italia (1)

febbraio 1, 2015 in Fuga dall'Italia

BeestonÈ domenica 18 dicembre e sono passati esattamente due mesi da quando sono qui. Da quando sono diventata ufficialmente una migrante. Come lo sono tanti giovani e meno giovani italiani come me. Come lo furono i miei nonni. Sì, perché anche loro, insieme a tanti della loro generazione, salparono il mare per tentare la fortuna e regalare un futuro migliore ai loro figli. Ora a partire sono i loro nipoti, con sentimenti ed ambizioni simili. E per quanto sia bello e arricchente viaggiare e vivere in nuovi Paesi, sentirsi costretti ad andarsene è anche triste. Questa nuova ondata di emigrazione mi sembra una grande sconfitta per l’Italia.

Sono qui da solo due mesi, eppure mi sembra sia passata un’eternità dal sabato notte in cui sono atterrata all’East Midlands Airport, disorientata, ancor più perché ero rimasta incosciente per quasi tutto il viaggio. Sono crollata – dopo la tensione emotiva e la stanchezza accumulate nei giorni precedenti il commiato – ancora a Treviso, in Italia, e mi sono svegliata dall’altra parte della Manica. Leggi il resto di questa voce →

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Dolce, misurata lentezza. Verso una mobilità ottimale

luglio 25, 2014 in Approfondimenti

Energie-et-equiteEnergie et équité, edito in italiano come Elogio della bicicletta da Bollati Boringhieri, sebbene pubblicato per la prima volta nel 1973, propone spunti di incalzante attualità, temi e problematiche tuttora rilevanti.

Ivan Illich, sociologo, filosofo, pedagogista e, soprattutto, libero pensatore, si è interrogato su molti aspetti della nostra società che ci appaiono noti, scontati, “naturali”. Per poi decostruirli, rovesciarli, svelarne incoerenze e illogicità. E proporre quindi scenari differenti – ingegnosi, coraggiosi, per alcuni sovversivi – che tuttavia, a quarant’anni di distanza, appaiono un po’ più possibili.

In quest’occasione concentra lo sguardo sul tema della mobilità. Leggi il resto di questa voce →

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Participative landscape: progettualità con la comunità

maggio 11, 2014 in Architettura e urbanistica

Participative landscape

Esempio di paesaggio rurale culturale da valorizzare: Nove, terra della ceramica in stretto rapporto con l’ambiente fluviale del medio Brenta.
Foto: Chiara Zonta

Il paesaggio è, in ultima analisi, il rapporto spazializzato tra natura di un luogo e la cultura di chi lo abita o, come dichiara la Convenzione europea: Paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni.

Nei processi di identificazione, analisi e gestione dei paesaggi è dunque indispensabile coinvolgere la popolazione locale, che conosce il territorio nella propria quotidianità ed è custode dei saperi e delle pratiche locali, cioè di un patrimonio socio-culturale, storico-artistico-architettonico e produttivo (abilità e competenze rurali, artigianali, industriali) sviluppatosi in stretta relazione con il proprio ambiente di vita, come parte della propria identità. E se la qualità di un paesaggio si misura sulla qualità dell’abitare e del produrre vissute in prima istanza dalla popolazione, i cittadini si qualificano come esperti e si rivelano una risorsa strategica e di supporto al tecnico, all’amministratore ed allo studioso nella conoscenza, conservazione e gestione del territorio. Leggi il resto di questa voce →

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