Cuore africano

ottobre 22, 2013 in Libri perduti o da tradurre da Roberta Basche

mariamaCuore africano, primo romanzo di Mariama Ba, scrittrice senegalese nata a Dakar nel 1929, è un romanzo epistolare (il titolo originale in francese è Une si longue lettre) pubblicato da Sei editore nel 1981 nella traduzione di Sergio Zoppi e mai più ristampato.

Una lunga lettera scritta da Ramatoulaye all’amica d’infanzia Aissatou.

Sin dalle prime parole si comprende che l’occasione che muove la penna è un momento di sconforto: “Apro questo quaderno, punto d’appoggio nel mio smarrimento.[…] ..la nostra lunga conoscenza mi ha insegnato che la confidenza uccide il dolore” […] Amica, amica, amica! Ti chiamo tre volte. Ieri tu hai divorziato, oggi io sono vedova”.

Ramatoulaye comunica all’amica la morte del marito Modou ed in occasione del funerale fa un viaggio a ritroso con la mente rievocando la propria vita e quella dell’amica.

Le donne sono state compagne alla scuola coranica.

Eravamo vere sorelle destinate alla stessa missione emancipatrice. Farci uscire dalla palude delle tradizioni, delle superstizioni e dei costumi; farci apprezzare molteplici civiltà senza farci rinnegare la nostra …era il compito che si era prefissa la direttrice della scuola

E le due amiche diverranno umili maestre di umili scuole di quartiere, onorando questo lavoro con passione.

La lettera rievoca l’incontro con i rispettivi mariti, esplora la condizione della donna senegalese alla ricerca di un compromesso tra desiderio di libertà, emancipazione e legame con le tradizioni.

Le due donne si sposano per amore; Ramatoulaye senza dote, senza fasto sotto lo sguardo di disapprovazione di mio padre, davanti alla dolorosa indignazione di mia madre, Aissatou osteggiata dalla suocera, che vede in lei, figlia di un gioielliere, una donna non degna del figlio medico.

Nonostante un matrimonio d’amore entrambe saranno deluse dai mariti che le “sostituiranno” con giovani co-spose.

La donna senegalese sacrifica i propri beni regalandoli alla famiglia acquistata e oltre ai beni si mutila della personalità, della dignità, diventando una cosa la servizio dell’uomo che la sposa….. e nelle parole di Ramatoulaye affiora la rabbia per le tradizioni.

Ma l’altro lato della medaglia è che Ramatoulaye si preoccupa di fare bene il proprio dovere al funerale e si stizzisce per essere equiparata alla giovane moglie di Modou, sposa da pochi anni e madre di pochi figli a suo confronto.

Quale sarà il futuro di Ramatoulaye?

Partire? Ricominciare da zero, dopo essere vissuta venticinque anni con un uomo, dopo aver messo al mondo dodici figli? Avevo abbastanza forza a sopportare da sola questa responsabilità morale ma anche materiale?

L’amore, il matrimonio, la vita lavorativa e i figli, la necessità di conciliare ogni cosa alla ricerca della felicità, l’istruzione come forza emancipatrice per la donna africana e le delusioni legate a tradizioni difficili da sradicare trascinano il lettore in un affascinante mondo femminile.

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