Dedicato a Tonino Guerra: “L’aria diventa più chiara quando ridi”

marzo 13, 2014 in Album fotografici, Letteratura da Pino Mongiello

ritratto3Bisogna andare una volta in Val Marecchia, a Pennabilli, e camminare lungo le strade che hanno sentito riecheggiare i passi di Tonino Guerra, uomo dall’aria poetica e scanzonata, meditativa e sentenziosa, onirica, laicamente religiosa. Le sue parole sono un distillato di lieve saggezza.  Oggi non senti più la sua voce, così fellinianamente cantilenante, come è la parlata di Romagna. In compenso puoi leggere i suoi pensieri e i suoi aforismi, appesi ai muri delle vie, scritti con una grafia elementare, forse a matita o forse col pennarello, che pare conservino un candore da bambino. Ogni luogo, ogni angolo, ogni spazio porta le tracce evidenti, familiari, delle “invenzioni” figurate da quest’uomo sognante, autore di sceneggiature e dialoghi che hanno fatto la storia del cinema italiano del Novecento. Il sognare di Tonino Guerra non è, però, un semplice perdersi tra le nuvole, un fuggire la realtà. Il suo sognare è un po’ come compiere un processo di astrazione e di concentrazione insieme. Tutto egli sottopone a una domanda di senso. E, guardandosi intorno, si chiede dove possa essere il paradiso, un posto dove si sta bene con poco, tra le cose semplici di ogni giorno.

Pennabilli è un paese sul monte. Ci sono arrivato dopo aver fatto diversi saliscendi per il Montefeltro,  punteggiato di rocche e di castelli, in mezzo ai colori di una campagna lavorata dai contadini, in una stagione dal cielo umido, che invitava le gemme degli alberi a schiudersi, nel pieno dei riti pasquali. Qui la terra, per fruttificare, richiede fatica ma, in compenso, dà prodotti genuini e regala i sapori di una volta. Tonino Guerra è morto il 21 marzo 2012: primo giorno di primavera, giornata mondiale della poesia. La sua morte, in una data simile, credo abbia offerto spunti di riflessione che inducono più alla speranza che alla tristezza. Lui stesso aveva scritto: “La morte non è mica noiosa/ viene una volta sola”. E, quanto al morire, non si crucciava della fine, né del corpo che si sgretola e si consuma nella terra che lo racchiude. Tonino Guerra era certo di aver affidato a uno strumento di sicurezza la sua “eternità”. Diceva: “Io sono tanto affezionato alla parola, perché io sono un poeta. Le immagini che sono dentro la parola sono infinite”.

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Tra i suoi scritti e i suoi aforismi, ne scelgo alcuni a caso:

Un vecchio che visse solo in un villaggio abbandonato, visto che ero in pena per lui, mi ha gridato: ”Ricordati che la solitudine tiene compagnia”.

Se noi imparassimo a parlare, gli animali ci capirebbero meglio.

La farfalla. Contento, proprio contento sono stato molte volte nella vita ma più di tutte quando mi hanno liberato in Germania che mi sono messo a guardare una farfalla senza la voglia di mangiarla.

L’aria. L’aria è quella cosa leggera, che sta intorno alla tua testa e diventa più chiara quando ridi.

Alla memoria di Tonino Guerra dedico, con gratitudine, le immagini che ho raccolto a Pennabilli e a Sant’Agata Feltria, e che ora partecipo ai lettori.

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