“Oh Boy!” di Marie Aude Murail

settembre 15, 2017 in Letteratura per l'infanzia e l'adolescenza, narrativa ragazzi da Roberta Basche

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“Oh Boy!” di Marie Aude Murail (Giunti Editore)

Al numero 12 di rue de Mercouer a Parigi da due anni abitava la famiglia Morlevent. Tre bambini e due adulti, il primo anno. Tre bambini e un adulto, il secondo anno. E, quel mattino, solo tre bambini: Siméon, Morgane e Venise, quattordici, otto e cinque anni.

I tre Morlevent sono rimasti soli: in attesa di trovare una famiglia adottiva vengono portati all’orfanatrofio Folie-Méricourt di Parigi. La signora giudice tutelare Laurence Deschamps, “una graziosa donna energica e un po’ cicciottella che carburava con il cioccolato fondente”, e l’assistente sociale Bénédicte devono cercare una famiglia per i tre ragazzini.

L’adolescente Simèon, nel frattempo, ha fatto una scoperta e la condivide con le sorelle prima e con l’assistente sociale in seguito: “Sulla terra ci sono altri Morlevent oltre a noi. Sono i nostri fratellastri e sorellastre. Sono nati prima di noi. Sono più grandi di noi. Capite? Devono affidare a loro la nostra custodia”.

Prontamente, la giudice e l’assistente sociale convocano i due possibili tutori: Barthelemy (detto Bart) Morlevent, fratello maggiore da parte di padre, e Josiane Morlevent, sorella maggiore adottiva. È possibile un affidamento condiviso tra i due fratelli maggiori? I tre fratelli minori sono disponibili ad una separazione? La giudice deve trovare una soluzione, che porterà equivoci che suscitano sconcerto nei personaggi e, ridicolizzando gli adulti, ilarità nel lettore.

Oh, Boy! – l’esclamazione ripetuta da Bart – è un libro per ragazzi a partire dai 13-14 anni, costituito da sedici capitoli (ma il capitolo 13 “non esiste per non portare iella ai Morlevent”) sorprendenti per la molteplicità dei temi trattati – il suicidio, la genitorialità omosessuale, la malattia, la violenza verso le donne, la necessità per i ragazzi di sentirsi ascoltati – ma anche per l’ironia e la forza con cui vengono affrontati. Alcuni di questi argomenti sembrano inserirsi nella storia quasi casualmente, insieme alla comparsa di personaggi minori, che aiuteranno però a dare una svolta alla vicenda dei tre ragazzi.

Alla fine del libro ci si affeziona a tutti i Morlevent e si vorrebbe ripetere con loro il giuramento con cui si impegano non lasciarsi mai: “I Morlevent o la morte”!

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