Prospettiva Nevski

marzo 30, 2014 in Album fotografici, Letteratura da Pino Mongiello

qui incontrerete certi vitini che non avete mai neppure sognato:
 vitini sottili, stretti, non più grossi di un collo di bottiglia …”

 (Nikolaj V. Gogol’)

La stutua di Nikolaj V. Gogol' a Pietroburgo

La stutua di Nikolaj V. Gogol’ a Pietroburgo

Quando lo zar Pietro I il grande decise di fondare Pietroburgo (la città di Pietro), correva l’anno 1703. A progettarla e costruirla vi accorsero anche architetti e maestranze italiane. Ne uscì, alla fine, una città decisamente aperta alle influenze europee. E, tuttavia, questo concentrato di varietà architettoniche conserva ancor oggi un fascino tutto suo, sia d’estate che d’inverno, irrigidita dal ghiaccio o adagiata tra gli azzurri delle sue acque fluenti e il blu del cielo, o anche sotto la luce dall’apparenza metafisica e misteriosa delle notti bianche.

A Pietroburgo morì in duello Aleksander Puškin nel 1837. A Pietroburgo era giunto, nel 1828, dalla natia Ucraina, Nikolaij Gogol’, anche per conoscere Puškin. Gogol’ fu un viaggiatore instancabile: girò l’Europa, s’innamorò dell’Italia, ma soprattutto amò la sua terra. La città di Pietroburgo lo ispirò nei Racconti, pubblicati tra il 1836 e il 1842, per quel tanto di splendente e di demoniaco che sembrava sprigionare dalle sue strade e dai suoi palazzi, e per le fantasie grottesche e assurde che era in grado, talora, di generare.

Prospettiva Nevskij è il viale della Neva, una strada lunga quattro chilometri e mezzo, che dal centro prende la direzione per Mosca. La città ne è attraversata da Piazza del Popolo, dove si affacciano il Palazzo d’Inverno, lo Stato Maggiore, l’Ammiragliato, fino al monastero di Alexander Nevškij. Lungo il suo corso si affacciano la cattedrale di Kazan’, il palazzo Amickov, la stazione ferroviaria Moskovskij, la Biblioteca Nazionale, il Caffè letterario, il Palazzo Stroganov, e chiese di svariate confessioni.

Dipinto di Nikolaj V. Gogol'

Dipinto di Nikolaj V. Gogol’

Il racconto di Gogol’, Prospettiva Nevškij appunto, fu ultimato dall’autore nel 1834. Puškin lo lesse e lo apprezzò molto. In quel racconto Gogol’ arrivava a denunciare quella che, secondo lui, è la vera radice del male, della corruzione, dell’infelicità umana: la città, che ha in sé ambiguità e contraddizioni, tentacoli, lustrini  e attrattive illusorie, realtà disperate e umiliazioni. La Prospettiva Nevškij è, dunque, il concentrato di quello che puoi trovare distribuito nella città: il bene e il male, la luce e la tenebra, la seduzione e la morte. Lungo questa arteria sfila, a orari diversi, l’umanità dei diversi ceti sociali, delle più diverse provenienze, in una sorta di danza illusoria, talora anche macabra.

Da  PROSPETTIVA NEVŠKIJ:

– Non c’è nulla di meglio della prospettiva Nevškij, perlomeno a Pietroburgo; per la città vuol dir tutto.

– E le signore! Oh, alle signore la prospettiva Nevškij piace ancor di più. Ma del resto a chi non piace? Appena imbocchi la prospettiva Nevškij senti aria di passeggiata.

– La prospettiva Nevškij è il principale mezzo di comunicazione di Pietroburgo. … Onnipossente prospettiva Nevškij! Unico svago di Pietroburgo, così povera di passeggiate! Come sono accuratamente spazzati i tuoi marciapiedi e, Dio, quanti piedi vi hanno lasciato le loro impronte!

– Che rapida fantasmagoria vi si compie nel corso di una sola giornata! Quanti mutamenti subisce nel giro di sole ventiquattr’ore!

– Qualunque cosa incontriate sulla prospettiva Nevškij è piena di decoro …

– Qui incontrerete certi vitini che non avete mai neppure sognato: vitini sottili, stretti, non più grossi di un collo di bottiglia, imbattendovi nei quali vi farete rispettosamente da parte, per non urtarli inavvertitamente con un gomito scortese …

– In nessun luogo incontrandosi ci si saluta con tanta distinzione e disinvoltura come sulla prospettiva Nevškij. … Qui incontrerete mille caratteri e fenomeni incomprensibili. … Per la maggior parte è tutta gente perbene.

– A partire dalle quattro la prospettiva Nevškij è vuota, e difficilmente vi incontrerete anche un solo impiegato. … Ma appena il crepuscolo cala sulle case e le vie, e una guardia, coperta con una stuoia, si arrampica sulla scala per accendere il fanale, mentre dalle basse vetrine dei negozi occhieggiano quelle stampe che non osano mostrarsi alla luce del sole, allora la prospettiva Nevškij si rianima e ricomincia a muoversi. Giunge l’ora misteriosa in cui le lampade danno a tutto una luce ingannevole e magica. …

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