Sherlock & Elementare (3) – Breve storia di passatempi e induzione

luglio 2, 2015 in Racconti e poesie da Claudio Ianni Lucio

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Sherlock Holmes gioca a scacchi, da solo. La cosa non lo eccita, per nulla. Vincerà, lo sa già dalla prima mossa (pedone bianco da D1 a D3).
Elementare Watson guarda Sherlock Holmes giocare a scacchi contro Sherlock Holmes, con Sherlock Holmes. Non potrebbe essere più eccitato di così. Potrebbe, in realtà, ma elaborare l’ipotesi richiede troppa più immaginazione di quella a disposizione di Elementare.
Purtroppo per Sherlock Holmes, Sherlock Holmes non è in grado di abbandonare il sentiero della perfezione. Dopo le prime tre mosse è patta per stallo.
Le guance di Sherlock Holmes divengono la tela per un dripping di lacrime pigre; stremate gocce d’acqua salata già minacciano d’infiltrarsi dagli angoli della bocca e turbare l’aroma del tabacco, stravolgere il retrogusto sbiadito del tè pomeridiano.
Elementare Watson – che in nessun modo può guardare a Sherlock Holmes se non come alla dimostrazione vivente del trionfo di Sherlock Holmes -, pervaso da un’ammirazione spontanea e insolubile, pone il palmo della mano sul dorso di quella di Sherlock Holmes.
“Non ho mai visto nessuno vincere due volte contemporaneamente nella stessa partita”, riesce a stento dire il dottore al detective, totalmente imbiondito in un soffritto di cosmica devozione.
La composizione artistidroemotiva s’interrompe, come se uno stronzo di Balzac avesse – a causa di uno di quegli inspiegabili incidenti idraulici che non si sa perché ma succedono lo stesso e puoi lamentarti finché vuoi ma niente – otturato le condutture.
E Sherlock Holmes prende Elementare Watson per il bavero.
E Sherlock Holmes trae a sé Elementare Watson.
E Sherlock Holmes bacia Elementare Watson. Molto. E per molto tempo. Con la lingua.
S&E3

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Illustrazione di Cristina Gaffurini – Cristina Gaffurini Art on Facebook 

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