“Uno studio tutto per sé” di Federica Iacobelli

luglio 24, 2017 in narrativa ragazzi da Roberta Basche

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Uno studio tutto per sé di Federica Iacobelli (p. 96), Motta junior editore

“Le opere non sono reliquie. Sono pensieri mai perduti. Sono sguardi che, rimasti impressi, permettono al mondo di conoscersi più a fondo e a noi di incontrarci anche oltre i confini del tempo e dello spazio.”

Tre amiche, Bella, Clara e Dora, dopo aver frequentato insieme un corso di disegno del nonno di Bella, si scrivono e-mail durante le vacanze estive.

Bella si trova in un paesino di montagna tra capre e pastori.  Clara è rimasta a Parigi, la città dove vivono tutte e tre. Dora sta girando il mondo e scrive da Firenze, Roma, Napoli, Madrid e Stati Uniti dove entra ed esce dai Musei.

Tema delle loro chiacchierate è l’arte delle donne: pittrici e scultrici vissute dal 1500 al 1900.

Chi è un’artista? Che cos’è un’opera d’arte? – si interroga Bella in una delle e-mail.

E in fondo per quale motivo noi diciamo che un’opera ci piace? – chiede Dora alle amiche.

La lettura scorre rapida e ciascuna delle ragazze fa apparire tra le pagine le artiste preferite: ecco Maria Sibylla Merian che dipinge la lotta tra un caimano ed un serpente corallo (dove li avrà visti? si domanda la lettrice e Bella risponde: nel Suriname!), le impressioniste Berthe Morisot e Mary Cassatt, l’affascinante ritratto in blu di Marianne von Werefkin. E ancora: L’ho vista… Ho visto Georgia! (..) Io con i quadri di questa Georgia O’Keeffe vorrei riempire la mia casa! – racconta Dora.

Tra le discussioni sull’arte c’è spazio anche per scambiarsi riflessioni sul proprio futuro e per qualche battibecco, soprattutto tra Dora e Clara, che scrive: È la libertà che ci spaventa: non poter definire a chi appartenga l’arte di una donna. O non capire tra la vita e l’arte che cosa sia di troppo e cosa manchi.

Il libro “Uno studio tutto per sé”, consigliato a partire dai dodici anni, è un incoraggiamento a cercare e coltivare la bellezza e a seguire i propri sogni.

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