Verde finto

ottobre 24, 2025 in Scienze e ambiente da Paolo Vitale

verde fotoL’uso di erba sintetica, recinzioni e siepi in plastica è una delle forme più subdole e sottovalutate di inquinamento ambientale.

Questi materiali, apparentemente innocui e “comodi”, si degradano lentamente rilasciando microplastiche non biodegradabili che si diffondono nel suolo, nei corsi d’acqua e infine nei mari. Da frammenti invisibili nascono danni enormi: contaminano l’acqua, entrano nella catena alimentare, minacciano la fauna e la nostra stessa salute.

Ma non è tutto. I prati e le coperture in plastica rendono il terreno impermeabile, impedendo all’acqua di filtrare e alla vita del sottosuolo di prosperare. Così, lombrichi, microrganismi e radici delle piante scompaiono, riducendo la biodiversità e compromettendo la fertilità e la biodiversità dei terreni.

Ogni metro quadrato di “verde” artificiale sottrae spazio al ciclo vitale della terra. È il momento di agire e scegliere il verde vero: prati con piante erbacee, siepi con arbusti autoctoni e materiali naturali per le recinzioni.

Bisogna chiedere alle Amministrazioni di introdurre suggerimenti e regolamenti che scoraggino l’uso di plastiche decorative e favoriscano soluzioni non inquinanti. Piccole molecole producono grandi danni, ma piccole scelte consapevoli possono produrre grandi benefici. Restituire spazio alla natura significa restituire futuro alle nostre città.

Di fatto, ogni anno finiscono negli oceani circa 12 milioni di tonnellate di plastica: pezzi minuscoli, come quelli che arrivano dai nostri giardini, e pezzi grandi che si frammentano in microplastiche. Tutti questi materiali possono essere ingeriti da pesci, uccelli, altri animali marini e, indirettamente, anche da noi.

L’alternativa alla limitazione drastica della produzione di plastiche non biodegradabili è dietro l’angolo: nel 2050 la massa dei materiali plastici sintetici presenti nei mari potrebbe superare la massa di quella di tutti i pesci del mondo messi insieme. Non deve accadere, e ciò dipende dalle scelte di ogni abitante del pianeta Terra, anche da quelle di chi legge questo breve articolo.

di Paolo Vitale

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