Laura Conti e l’attenzione per le donne e l’ambiente

ottobre 12, 2021 in Approfondimenti da Roberta Basche

Lepre giustaQuest’anno ricorre il centenario della nascita di Laura Conti medico, partigiana, scrittrice, ecologista, fondatrice della Lega per l’ambiente.

Per ricordare questa donna battagliera l’editore Fandango ha ripubblicato il libro Una lepre con la faccia da bambina, uscito in prima edizione nel 1978 e il volume Laura non c’è. Dialoghi possibili con Laura Conti a cura di Barbara Bonomi Romagnoli e Marina Tura.

 

Il romanzo di Laura Conti è ambientato a Seveso nel 1976. Il 10 luglio di quell’anno una nube di diossina TCDD (tetraclorodibenzodiossina), fuoriuscita dalla fabbrica Icmesa di proprietà dell’azienda svizzera Givaudan, si diffonde sulla cittadina di Seveso e nei comuni limitrofi.

L’evento è raccontato attraverso le voci di due amici dodicenni, Marco e Sara. La ragazza, figlia di una coppia di meridionali emigrata per lavoro in Lombardia comprende la situazione perché si confronta con i fratelli impegnati in politica. Marco viene invece tenuto all’oscuro dai rischi legati all’incidente perché il padre ha interessi economici per i quali minimizza il disastro ecologico.

 

I ragazzi vivono con paura l’effetto immediato della tossicità che si manifesta con la morte di piante e animali; in particolare muore Carmelina, la gatta di Sara. Molti animali vengono inoltre abbattuti per evitare il pericolo di contaminazione indiretta. La popolazione viene sfollata dalle proprie case e negli abitanti delle zone colpite l’effetto evidente è la cloroacne una manifestazione cutanea che può persistere per anni e lasciare cicatrici.

Laura Conti

Laura Conti

 

Non c’è dialogo sincero tra i ragazzi e gli adulti (in particolare tra Marco, la madre e la zia Irma) il cui atteggiamento è ambivalente: negano la pericolosità della nube ma per allontanare il ragazzo da Seveso lo mandano con un pretesto a Rapallo. E per evitare che il ragazzo faccia domande e scopra la verità lo quietano con regali. Gli adulti e in particolare le Istituzioni nascondono la verità sulla nube tossica per non ammettere l’impreparazione della società e per il rischio di danni economici in una regione altamente industrializzata. Solo tra i due amici affiora la verità: è Marco che dice “con lei (Sara) si può parlare di qualsiasi cosa, lei dice sempre la verità”.

 

Il romanzo affronta inoltre il tema dell’aborto attraverso la storia di Assuntina, sorella maggiore di Sara. La diossina è embriotossica e può procurare malformazioni al nascituro quando assorbita nei primi tre mesi di gravidanza. Assuntina, come accadde alle donne di Seveso, non può abortire legalmente perché siamo nel 1976 e la legge sull’interruzione di gravidanza, la 194, verrà approvata nel maggio 1978.

Laura non c'èIn questa storia dal linguaggio immediato e privo di artificio i temi, narrati attraverso l’amicizia tra i due ragazzi, sono affrontati con schiettezza e sensibilità.

La battaglia per la tutela della salute e dell’ambiente condotta da Laura Conti contribuì fortemente alla successiva emanazione delle Direttive Seveso.

Il pensiero di questa ambientalista prosegue nell’altro testo pubblicato da Fandango, dove le autrici, immaginando Laura Conti centenaria in compagnia di una donna ucraina e di numerose gatte, la fanno dialogare con giovani donne riprendendo i temi che lei approfondì in libri, articoli, conferenze.

Ecologia, biodiversità, sfruttamento delle risorse, equilibrio dei viventi, aborto, caccia, rigore della scienza sono lo spunto, calato ai tempi della COVID 19, per ricordarne la determinazione e la capacità di ascolto; studiare ed agire, il suo motto.

Il libro invita a leggere i suoi scritti, conoscerla ed approfondire con metodo scientifico i problemi legati all’ambiente.

Un unico appunto: tra le parole, pur con un linguaggio ironico e contemporaneo, si scorge un intento educativo che forse apparteneva anche a Laura ma che sfrondato avrebbe dato più leggerezza al testo senza perdere in profondità.

 

Il patrimonio culturale di Laura Conti non è stato né valorizzato né capitalizzato scrivono le autrici.

Le opere di Laura Conti (nata ad Udine nel 1921 e morta a Milano nel 1993) sono raccolte in un fondo a lei intitolato presso la Fondazione Micheletti di Brescia. Purtroppo parte di questo patrimonio culturale non è ancora catalogato per mancanza di fondi.

Numerosi sono gli scritti di Laura Conti: oltre a quelli dedicati ai ragazzi sull’ambiente e sulla salute, Cecilia e le streghe, Visto da Seveso, La condizione sperimentale, Che cos’è l’ecologia, Il tormento e lo scudo: un compromesso contro le donne.

 

di Roberta Baschè

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