Maria Cristina e i sapori d’Argentina

gennaio 27, 2013 in Nuovi cittadini da Beatrice Orini

Maria Cristina(1)Nome: Maria Cristina

Cognome: Triggiano

Età: 57 anni

Professione: attività in proprio (ristorante Mamitas in via Mantova 118)

Paese d’origine: Argentina

In Italia dal: 2002

Stato civile: divorziata

Sogno: Che il ristorante cresca e diventi un punto di ritrovo per i bresciani

Empanadas, carne alla griglia e alla brace, piatti tradizionali con verdure. E per dessert, il dulce de leche. È il menù del ristorante argentino Mamitas di via Mantova (www.mamitas.it), che non offre solo i sapori del Sudamerica, ma anche assaggi musicali tipici dell’atmosfera latina e serate a tema.

Titolare dell’ampio ed elegante locale, una signora un po’ italiana e un po’ straniera: è Maria Cristina Triggiano, nata in Argentina da genitori italiani, che dal 2002 ha scelto di lasciare Buenos Aires per vivere a Brescia coi suoi cinque figli. Il 50% degli argentini, come me, ha origini italiane – ricorda –: gli italiani hanno lasciato un segno forte in Argentina con la loro migrazione.

Perché ora fare il cammino inverso? Racconta Maria Cristina: Con la terribile crisi del 2001 ho perso il lavoro di responsabile ufficio acquisti in un ospedale privato e i miei ragazzi erano adolescenti; avevamo la doppia cittadinanza e io contatti con aziende italiane, così abbiamo deciso di trasferirci qui. Maria Cristina non ha avuto difficoltà a trovare un impiego: Ho lavorato per l’ufficio estero di un laboratorio medico ma non mi abbandonava l’idea di fare qualcosa di mio nel mondo della cucina, che mi appassiona. Tre anni fa abbiamo creato questa società, grazie a una persona che ha creduto nel progetto, all’aiuto della banca e ai nostri risparmi. Certo, non è facile gestire un ristorante, la crisi si sente e il lavoro è altalenante. Ma è anche una grande soddisfazione, lottiamo ogni giorno per migliorare. Il personale è argentino, come la cucina, che ho messo in piedi con mia figlia.

L’impatto con Brescia? Io ho sofferto meno dei miei figli – riconosce Maria Cristina –; soprattutto le ragazze alle superiori hanno avuto un difficile inserimento. Ma ora sono tutti bene integrati, hanno tanti amici, alcuni sono già genitori. La nostra vita è qui e ci sentiamo parte di questa società.

Se Brescia è una città ordinata, piccola ma bella, come sono i bresciani? Un po’ chiusi ma quando riesci a comunicare con loro diventano anche amici fedeli. Sono contenta della città e della persone, ci hanno aiutato molto.

Maria Cristina parla poi della sua terra argentina – meravigliosamente bella ma grandissima, è difficile godersela tutta – e dalla nostalgia degli amici che, fino a dieci anni fa, hanno vissuto accanto me. Le sue figlie aggiungono: A noi manca anche il calore della gente, qui sono un po’ troppo strutturati.

Dovrebbero provare a essere anche più uniti e meno fatalisti, gli italiani – conclude Maria Cristina – e a non guardarsi in uno specchio sbagliato: l’Italia, nonostante la crisi, non è l’Argentina. Democrazia, salute, educazione, sicurezza: questo Paese si è conquistato tante cose importanti e buone che deve custodire come un tesoro, lottando per portarle avanti, senza lamentarsi troppo.

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