Reinventare Charlie

gennaio 11, 2015 in Approfondimenti, Crisi da Damiano Cason

black jacobinsQuello che è successo alla redazione di Charlie Hebdo è scioccante, ma come fanno, all’improvviso, ad essere tutti Charlie, ricercati conoscitori e sostenitori della libertà d’espressione? Ad esempio, è Charlie anche l’Università di Bologna (la più antica università occidentale) che ha istituito un “codice etico” che prevede  sanzioni verso chiunque – dipendente o studente – leda “l’immagine dell’Università”, anche soltanto con un post su Facebook? Sono per la libertà d’espressione quelli che da anni vogliono vietare l’apertura delle moschee nelle proprie città? Charlie Hebdo, rivista letta da pochissimi, si può leggere, ma il Corano no? Oppure sono Charlie i vari ministri del governo Renzi che non hanno mai perso l’occasione di affermare che contestare le nostre scelte lede l’immagine dell’Italia? Leggi il resto di questa voce →

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L’Unità: cronaca di una morte annunciata (e incoraggiata)

agosto 9, 2014 in Approfondimenti, Crisi da Sonia Trovato

L’Unità in edicola con sedici pagine bianche.
È lo speciale sulle riforme di Renzi.
(Spinoza.it)

 

IMG_0949“W L’Unità” è una delle scritte apparse sulle palazzine bresciane recentemente ristrutturate in via Monte Nero, accanto a motti come “W Mateotti” (l’incertezza sulle doppie è dell’autore), “W il PCI”, “W il CLN”. Il Comune, ritenendole di rilevanza storica, ha deciso di non coprirle con la colata di giallo che ha ravvivato i condomini. Così, dal 1° agosto, chiunque si trovi a costeggiare questo riscoperto muro della Resistenza non può che sogghignare o commuoversi per il fatto che l’ultimo superstite tra i quattro valori celebrati sia naufragato nei debiti e nel rimbalzino di accuse. Ma è corretto considerare “L’Unità” acclamata dall’ingenuo ed entusiasta militante come la stessa “Unità” che ha chiuso i battenti una decina di giorni fa?

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Brescia, l’Alta Velocità e la Bassa Informazione

luglio 1, 2014 in Approfondimenti, Crisi da Sonia Trovato

Cagnolone No Tav, immortalato da Sonia Trovato in occasione della manifestazione in Val Susa il 23 marzo dell’anno scorso.

Che t’an frega della TAV, ta set mia türines”. Chi scrive immagina che, da quando la protesta NO TAV ha conquistato qualche misero trafiletto di giornale nella città lombarda, questa frase stia serpeggiando nei bar, nei pianerottoli, nei supermercati bresciani. Ed è un’obiezione che, oltre a farsi sintomo di un inquietante cinismo nei confronti di tutto quello che avviene lontano dal proprio giardino, palesa una colossale ignoranza verso la truffa dell’Alta Velocità, nella quale è irrimediabilmente invischiata anche la Leonessa d’Italia. “La TAV passa anche da qui. Informati!” recita un adesivo che si trova ogni tanto attaccato a qualche palo. Ma informarsi dove? Perché se il pessimo servizio fornito ieri dall’informazione nostrana è un indice attendibile della sua qualità, c’è da disperarsi.

Ieri infatti era il giorno fissato per l’inizio delle demolizioni delle case di via Toscana, tre palazzine che hanno la sfortuna di sorgere proprio a ridosso dei binari dove passerà lo sfavillante treno. Leggi il resto di questa voce →

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Il giornalista, un mestiere da evitare

febbraio 19, 2014 in Crisi da Mario Baldoli

Fra i tanti lavori che volgono alla fine c’è quello del giornalista, quello della carta stampata e, in prospettiva, anche quello del web.

Prima ancora dei numeri, la crisi dei giornali testimonia la disgregazione della democrazia come l’abbiamo concepita dal Settecento, con un pilastro radicato nella libera stampa. Oggi ci sono tante bandierine, per una democrazia senza democratici.

La strategia degli editori è evidente da tempo in tutta Europa e in tutti i settori economici, si chiama esternalizzazione.

I giornalisti professionisti, regolarmente assunti, sono oggi in Italia 6.000, i collaboratori (unendo co.co.co e freelance, come pomposamente si dice) sono 30.000.

Questi poveracci percepiscono da zero a 30 euro (in questo caso lordi) ad articolo. Non hanno nessuna tutela, non ferie pagate, riposi settimanali, copertura di malattie e sono a loro carico tutte le spese: tempo, viaggi, documentazione, rischi, ecc. Leggi il resto di questa voce →

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Quando una libreria chiude

novembre 14, 2013 in Crisi da Andrea Zucchini

Fuori, la scritta “tutto al 50 per cento per chiusura” e dentro, scaffali semivuoti.  Fa una certa impressione entrare oggi nella carto-libreria che frequentavo da bambino, in via Lombroso 26, di fronte a quella che era la mia scuola elementare Dante Alighieri (ora superiore Moretto).

Nata nel 1964 dal volere di tre soci – Aldo Auteliano, Graziella Anderboni e Noemi Gennari – la libreria Cidneo, situata ai piedi dall’omonimo colle, ha accompagnato la vita di due generazioni di abitanti del quartiere di via Crocefissa di Rosa. Leggi il resto di questa voce →

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Contro l’omoidiozia

agosto 6, 2013 in Crisi da Sonia Trovato

969577_553116058072139_1817724503_nRischia di passare in sordina, tra un bollettino meteo e l’ennesima notizia su Laura Maggi, il flash mob che ha avuto luogo ieri a Brescia, in Piazza Loggia, contro i matrimoni omosessuali. Un gruppuscolo di persone ha inscenato una protesta silenziosa ma inquietante che, ispirandosi alle sentinelle veglianti nate in Francia recentemente, ha piegato la lettura a una protesta politica di bassa lega e pure poco informata. Il ddl contro l’omofobia non ha infatti nulla a che vedere con le nozze o le adozioni gay, nonostante i “guardiani” lo considerino l’anticamera. Se così fosse, sarebbe un barlume di luce per uscire da questo Medioevo dei diritti civili, ma manifestazioni come quella di ieri e il livello miserrimo del dibattito politico fanno capire quanto la strada sia impervia.

La nostra associazione e rivista prende le distanze da un flash mob che negli ultimi tre anni abbiamo portato in piazza (la stessa piazza, peraltro) in modo affine, con la differenza che per noi, come scrisse Alfieri, leggere vuol dire profondamente pensare. Non abbiamo, insomma, nulla a che fare con le sentinelle veglianti e ci manterremo più vigili di loro per difendere la nostra città da iniziative discriminatorie e deprecabili.

Redazione Gruppo 2009 Leggi il resto di questa voce →

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Chi ha suicidato il PD. E chi continuerà a farlo.

luglio 13, 2013 in Crisi da Sonia Trovato

copertina libroCaro Ivan Scalfarotto,

la settimana scorsa ho avuto la sventura di assistere, a Roma, alla Sua performance oratoria, in occasione della presentazione del libro Chi ha suicidato il PD (Imprimatur, 2013), scritto dal giornalista Alessandro Gilioli. Parlo di sventura perché, prima di allora, pensavo che l’identikit del colpevole avesse i baffetti di D’Alema, gli occhialetti tondi di Veltroni, il viso affusolato di Fassino e la voce rauca della Finocchiaro, cariatidi di cui le (più) giovani leve non vedono l’ora di sbarazzarsi per tornare ad essere un partito di sinistra.

SentendoLa invece sproloquiare per più di un’ora di sinistra liberal, di modello anglosassone e dell’importanza di chiudere a doppia mandata in soffitta lo spettro del PCI, mi sono detta che se Tomasi di Lampedusa fosse ancora vivo assurgerebbe il logo del PD a stemma araldico dei gattopardi, quelli del tutto cambia affinché tutto rimanga com’è. Leggi il resto di questa voce →

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La Leonessa che smacchia il giaguaro

maggio 12, 2013 in Crisi da Sonia Trovato

DSCN3288A pochi minuti dall’inizio della tanto annunciata arringa di Silvio Berlusconi contro i magistrati percorriamo in gran fretta Vicolo Beccaria, convinti di sbucare in una Piazza Duomo gremita di sostenitori e di doverci fare strada tra una calca urlante e inferocita. Quello che ci attende è, invece, uno scenario alquanto desolante, degno di un centro d’animazione per anziani alle prese con un poco partecipato torneo di bocce. Che al posto del Popolo della Libertà sia accorso il Popolo della Terza Età?! E, soprattutto, dove sono i bresciani?! Gli ottantenni venuti ad assistere alla sfilata dell’entourage del Cavaliere hanno l’aria spaurita e smarrita di chi è stato caricato a forza su un pullman e gettato in una piazza che non ha mai visto prima. D’altro canto il PDL ha una lunga tradizione di manifestazioni farlocche, dove casalinghe e pensionati vengono reclutati e addestrati per sventolare bandierine al grido di “Chi non salta comunista è”. Leggi il resto di questa voce →

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Fischia Brescia e infuria la bufera

aprile 27, 2013 in Crisi da Sonia Trovato

DSCN3270Non ho voluto assoggettarmi a facili stumentalizzazioni; non voglio che la campagna elettorale ruoti tutta intorno alla questione del Bigio ha dichiarato il sindaco bresciano Adriano Paroli, all’indomani della decisione di rinviare la collocazione della statua di Arturo Dazzi al periodo post elettorale. Decisione che, ahimè, non gli ha risparmiato un coro di fischi durante il saluto istituzionale a una Piazza Loggia affollata per festeggiare il 25 aprile.

Eppure le forze dell’ordine ci hanno provato a impedire che il corteo antifascista, partito dal Carmine al termine della pastasciuttata, raggiungesse in tempo il palco, allestendo un improvvisato cordone di poliziotti in tenuta antisommossa. Leggi il resto di questa voce →

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La guerra di Troika

marzo 16, 2013 in Crisi da Sonia Trovato

sonia mitraliasUna nazione piombata in un drammatico “stato di bisogno” e schiacciata dal “rullo compressore” delle misure d’austerità volute dalla Troika. È questa la Grecia secondo Sonia Mitralias, femminista e fondatrice della Marcia Mondiale delle Donne, in “tour” in Italia per portare la testimonianza delle disumane condizioni dei suoi connazionali. Approdata a Brescia lo scorso fine settimana su invito della rete “Donne nella crisi”, l’attivista, affiancata da un’interprete, ha snocciolato dati che lasciano di stucco anche i più informati.

L’idea di Sonia è che la culla della civiltà occidentale sia diventata oggi un mostruoso laboratorio dove mettere in atto un illegittimo smantellamento del welfare state. L’eurogruppo ha scelto la Grecia perché era più debole, poco industrializzata e perché aveva un governo corrotto (e corruttibile). Il risultato, dopo più di tre anni del trattamento lacrime e sangue in salsa ellenica, è un popolo che non riconosce più se stesso e il proprio Paese. Tre milioni di greci hanno perso la copertura sanitaria e a risentirne sono soprattutto le donne, costrette a pagare per partorire (il listino prezzi va dagli 800 ai 1600 euro). Pesanti tagli all’assistenza dei disabili hanno portato alla riapertura di istituti lager senza energia elettrica e senza personale qualificato. La famiglia nucleare sta cedendo il passo a convivenze forzate tra più generazioni, con il risultato che in quindici affollano appartamenti pensati per quattro o cinque persone massimo. A farne le spese sono ancora una volta le donne, contro le quali sono drammaticamente aumentate le violenze domestiche, fomentate da una coabitazione coatta e innaturale e da una disoccupazione record (quasi al 30%, 68% quella giovanile) che costringe intere famiglie, un tempo operose, a bivaccare in casa. A completare l’agghiacciante quadro è un rapporto dell’Unicef, secondo il quale più di 400 mila bambini risultano denutriti. Non si salvano nemmeno i monumenti nazionali, affittati a rampolli milionari per feste private.

donne-nella-crisi

I movimenti di protesta ci sono – spiega Sonia – ma sono troppo frammentati e non riescono a coordinarsi tra loro. Alba Dorata approfitta del clima d’incertezza e della spaccatura tra le sinistre per macinare consensi. Gli ultimi sondaggi la danno al 12%. Questo perché il partito neonazista che qualche settimana fa ha rilasciato dichiarazioni shock sugli immigrati in Grecia, definendoli “primitivi, subumani e contaminati”, appare ormai a molti, troppi, come un’alternativa all’austerity. Alba Dorata distribuisce cibo e vestiti alle famiglie bisognose e i suoi attivisti fanno a gara per donare il sangue. Ma la solidarietà è rivolta solamente ai greci purosangue. E il governo si presta, dando disposizione al personale medico di chiedere la carta d’identità all’ingresso degli ospedali. Avevano addirittura proposto un questionario per gli asili, al fine di verificare quanti figli d’immigrati occupassero posti che a loro dire spettavano alla popolazione ellenica. Questo provvedimento è stato bloccato in extremis perché le maestre si sono rifiutate di prestarsi a questa barbarie.

Quando alcuni attivisti e volontari hanno provato ad istituire dei dispensari gratuiti di medicine, i distributori di farmaci, vedendo minacciati i propri profitti, hanno chiesto aiuto ad Alba Dorata, che è riuscita a infiltrarsi e in parte a sostituirsi alle forze dell’ordine. Se anche qualcuno pensasse di mettere in atto un colpo di Stato militare come al tempo della dittatura dei colonnelli, troverebbe un esercito insufficiente e ridotto all’osso. D’altro canto continua Sonia la Troika non ha bisogno delle armi, dato che la sua longa manus, ossia l’esecutivo interno, governa a colpi di decreti legge bypassando il Parlamento. E ogni decreto è un piccolo colpo di Stato.

Nonostante l’insufficienza e la stanchezza delle forze armate, quando vuole usare il pugno di ferro il governo greco riesce a schierare sei plotoni di polizia in tenuta antisommossa in un villaggio di 3000 abitanti. È successo una decina di giorni fa a Lerissos, cittadina mineraria svenduta alla compagnia aurifera Hellas Gold perché ne faccia uno dei maggiori produttori d’oro, in barba alla salute dei cittadini e alla tutela dell’ambiente. Alle pacifiche proteste degli abitanti le forze dell’ordine hanno risposto sparando gas lacrimogeni contro la folla e nelle scuole, dove si stavano tenendo regolari lezioni. Dopodiché i poliziotti sono andati casa per casa (Mitralias lo dice in italiano, per rendere meglio l’idea) a perquisire gli inermi cittadini, con minacce, intimidazioni e violenze.

I greci hanno sopportato tutto questo perché la strategia dello shock li ha convinti dell’imprescindibilità delle misure d’austerity: o vi affidate a noi, o vi lasciamo fallire da soli. Ma un Paese aiutato con tranches di soldi che non arrivano nemmeno in Grecia e che approdano direttamente in Lussemburgo e strozzato dal circolo vizioso del debito come potrà riprendersi? La Troika sembra mossa da una filosofia nichilista, sembra voler annientare un popolo e una cultura e non si ferma nemmeno di fronte all’ultimo dato relativo al tasso di natalità, che registra una contrazione del 20% da quando è iniziata questa terribile recessione. Per questo, il futuro sarà o non sarà. Affermazione inquietante che chiama a rapporto la solidarietà internazionale e che ci invita a fare inversione di marcia rispetto alle disastrose ricette dei “tecnici” nostrani, se non vogliamo essere i prossimi.

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