E adesso vado a stirare

marzo 8, 2016 in Approfondimenti da redazione

DONNE AL LAVOROLe donne sono l’argomento di cui più parlano gli uomini. Da quando? Da quando hanno assunto una posizione eretta e acquistata l’arte della parola? Sulle donne hanno scritto milioni di libri: poesie, saggi, romanzi, barzellette.

Perché gli uomini – dotti e ignoranti, a cena o al bar – parlano sempre di noi? Perché hanno bisogno delle donne? Non gli basta il loro incandescente cervello? Qualcuno trova persino ispirazione nelle donne: Tanto gentile e tanto onesta pare / la donna mia… Ma alla fine l’assassino è Gianciotto, il marito. Che calzerebbe bene con le statistiche, non fosse che queste trasformano i delitti in numeri e ogni anno si sente il Geremia (come sopportare quel lagnoso certamente nato a Sodoma?) il quale ti dice: ti voglio troppo bene per…. Per che cosa? Il bene non ha un termometro, chi ne ha troppo, vuol dirci: ne ho troppo poco. Si prenda la tachipirina. E si goda il piacere sadomaso delle statistiche che avvertono: il grosso resta sommerso, come le mutilazioni genitali e le botte in casa, come il Pil. Poi c’è l’Onu, col calendario tutto occupato per la giornata del…

DONNE AL LAVORO2E il personale godimento di fare la casalinga e preparare cenette. Di lavorare in fabbrica quando i governi si prendono gli uomini per fare la guerra (per vincere la quale chiedono tre ghinee). Al proposito, perché nella poesia di Brecht in cui si chiede: Cesare non aveva almeno un cuoco? Non arriva la domanda: di quante disgraziate si fregiava il suo esercito? La sua leggendaria X legione era in ritiro come una squadra di calcio?

C’è anche il piacere di rispettare le leggi maschili e, ancor più delle leggi, la “pratica giurisprudenza”, cioè la realtà. La vittima della violenza diventa l’accusata dell’avvocato di lui e del perito del tribunale. Il primo la descrive come una puttana dedita al piacere carnale, il secondo conferma: la ragazza aveva la porta aperta. Come poteva sapere che al momento della violenza lei “aveva la porta aperta”? E che importanza aveva rispetto al fatto? (vedi i verbali in ASB, Trib.penale, 1860-90). Ma se lei si muoveva, non sarebbe successo nulla: la prova ne è un presente carabiniere che, invitato a infilare la sciabola nel fodero che uno gli agita, non trova il buco.

Altri ometti non temono il ridicolo: Cesare Lombroso, l’unico psichiatra italiano che si trova nominato nei manuali stranieri, gira nel Secondo Ottocento le prigioni dello Stato per trovare le stigmate del delinquente attraverso accurate misure di quei poveri corpi: sopracciglia convergenti, petto incavato, esteso pelo, pene piccolo e torto… ma in prigione trova quasi solo uomini. Lui che considerava le donne semibestiali, false al punto che non dovevano testimoniare in tribunale ebbe l’illuminazione: la criminalità tipica delle donne è la prostituzione. Così i conti tornavano. Torna meno la frase: il mestiere più antico del mondo, perché si è capito che è quello che piace alla maggioranza degli uomini. Torna meno anche: il gentil sesso, né si dice: c’è ancora un po’ di cavalleria. Senza o con il significato bruto del termine, la lingua testimonia qualche cambiamento.

Virginia Woolf tiene due conferenze a Cambridge nell’ottobre del 1928, tema: Le donne e il romanzo. Il suo discorso comincia proprio lì, nei college di Oxbridge. Si cala nel vicino passato. Nota subito i bei prati intorno agli edifici gotici, l’erba pettinata da secoli, ma non può calpestarla nè entrare in biblioteca, le resta la ghiaia. Invece al British Museum si perde in migliaia di sentimenti e ragionamenti sulle donne:

E’ caduta una splendida lacrima

dalla passiflora presso il cancello.

Ella arriva, la mia colomba, il mio amore;

ella arriva, la mia vita, il mio destino.

(Alfred Tenneyson, 1809-1892)

ESISTERE COME DONNADa sempre gli uomini si prendono oltre al diritto al sesso, quello di picchiare le donne. Tommaso d’Aquino, il pilastro della dottrina cattolica, sosteneva che le donne si possono picchiare, ma non in parti visibili, cioè – si deduce – bastava il resto del corpo e si evitavano pettegolezzi. Altri erano meno sottili del filosofo, i lividi ben visibili mostravano il comandante. Più riservato il burka. Nessuno ti vede, nemmeno le mani, ma tu vedi gli altri, magari non proprio bene, ma ci puoi pensare. Peggio va alle streghe che nei sabbah si accoppiano con i diavoli che hanno lo sperma freddo (secondo i teologi). Nel nord Italia il sabbah si svolgeva al Tonale (il luogo dallo sperma gelato), ma anche a Torino; nel sud al noce di Benevento. Sempre attuale, nelle guerre Usa, il vecchio supplizio dell’acqua. La donna ben legata è immersa nel fiume, se si salva è una strega, se muore non lo era. O le museruole imposte alle “comari”.

Ogni epoca ha il suo elenco di delitti, anche se oggi la sorella di Shakespeare avrebbe studiato e sarebbe più brava del fratello, purchè evitasse di fare figli, naturalmente. Infine, una donna può vedere una bellissima negra senza desiderare che venga a far parte dell’Impero britannico. (Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, 1929).

Perché l’8 marzo dev’essere la solita retorica della giornata di festa e di lotta? Felicità e tristezza non hanno una data: lo scorso novembre i gruppi femminili bresciani hanno organizzato la festa che si vede in foto. Le grandi pezze di lana colorata rendono felice persino piazza Vittoria. Queste pezze, fatte da centinaia di donne, cucite insieme, sono in vendita nel negozio di lana di piazza Duomo e sono ormai quasi tutte vendute. Il ricavato è andato al centro contro la violenza. E adesso vado a stirare.

Piazza Vittoria 2015

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