Sulle orme di Gianni Celati

aprile 7, 2014 in Album fotografici, Letteratura

NEL DELTA DEL PO

ULTIME VISIONI DI UN PAESAGGIO SELVATICO

 

delta del po

“Verso la foce…”

Sono in viaggio lungo il corso del Po, in cerca di uno sbocco al mare, dove è possibile lasciarsi afferrare da immagini, sogni, ricordi, progetti. Sulle orme di Gianni Celati, prendo appunti mentre mi inoltro a piedi, o in barca, nei meandri del delta del grande fiume. Nelle frequenti soste, sottolineo i concetti che mi paiono più affini, quali emergono dalle pagine dei suoi “diari”, dai suoi “documentari imprevedibili”, dalle annotazioni pubblicate in catalogo, a commento delle foto dell’amico Luigi Ghirri. Il viaggio diventa anche per me, come per i fotografi dei “Racconti dal paesaggio” (Cinisello Balsamo, Museo della fotografia contemporanea, 2004),  «avventura del pensiero e dello sguardo». Leggi il resto di questa voce →

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Prospettiva Nevski

marzo 30, 2014 in Album fotografici, Letteratura

qui incontrerete certi vitini che non avete mai neppure sognato:
 vitini sottili, stretti, non più grossi di un collo di bottiglia …”

 (Nikolaj V. Gogol’)

La stutua di Nikolaj V. Gogol' a Pietroburgo

La stutua di Nikolaj V. Gogol’ a Pietroburgo

Quando lo zar Pietro I il grande decise di fondare Pietroburgo (la città di Pietro), correva l’anno 1703. A progettarla e costruirla vi accorsero anche architetti e maestranze italiane. Ne uscì, alla fine, una città decisamente aperta alle influenze europee. E, tuttavia, questo concentrato di varietà architettoniche conserva ancor oggi un fascino tutto suo, sia d’estate che d’inverno, irrigidita dal ghiaccio o adagiata tra gli azzurri delle sue acque fluenti e il blu del cielo, o anche sotto la luce dall’apparenza metafisica e misteriosa delle notti bianche. Leggi il resto di questa voce →

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L’Unesco e il caratteristico borgo, nel comune di Gardone Riviera, con vista lago… Pardon, cemento!

marzo 20, 2014 in Album fotografici, Approfondimenti

Il borgo storico di Tresnico

Il borgo storico di Tresnico

Da Tresnico, ameno borgo in collina alle spalle di Gardone R. (Bs), si gode, come da una balconata, una splendida vista sul lago. Si può ammirare punta S. Fermo , l’isola del Garda, l’isola dei conigli, la rocca di Manerba, la penisola di Sirmione. Nelle giornate di trasparente sereno, lo sguardo spazia anche oltre. Si direbbe che questo luogo sia stato benedetto da Dio. Un po’ più sotto, in località Cargnacco, un uomo, privo di un occhio, negli anni Venti del secolo scorso decise di fare anche sua quella vista panoramica, e vi costruì il Vittoriale, con un intuito imaginifico straordinario e assolutamente originale. La sua realizzazione non impedisce, ancor oggi, alcuna vista panoramica né deturpa il paesaggio. Anzi, si può dire che il Vittoriale sia un modello di residenza perfettamente  integrata nel contesto scenografico-ambientale di Gardone Riviera. Detto per inciso, questo manufatto è anche economicamente redditizio. Leggi il resto di questa voce →

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Dedicato a Tonino Guerra: “L’aria diventa più chiara quando ridi”

marzo 13, 2014 in Album fotografici, Letteratura

ritratto3Bisogna andare una volta in Val Marecchia, a Pennabilli, e camminare lungo le strade che hanno sentito riecheggiare i passi di Tonino Guerra, uomo dall’aria poetica e scanzonata, meditativa e sentenziosa, onirica, laicamente religiosa. Le sue parole sono un distillato di lieve saggezza.  Oggi non senti più la sua voce, così fellinianamente cantilenante, come è la parlata di Romagna. In compenso puoi leggere i suoi pensieri e i suoi aforismi, appesi ai muri delle vie, scritti con una grafia elementare, forse a matita o forse col pennarello, che pare conservino un candore da bambino. Ogni luogo, ogni angolo, ogni spazio porta le tracce evidenti, familiari, delle “invenzioni” figurate da quest’uomo sognante, autore di sceneggiature e dialoghi che hanno fatto la storia del cinema italiano del Novecento. Il sognare di Tonino Guerra non è, però, un semplice perdersi tra le nuvole, un fuggire la realtà. Il suo sognare è un po’ come compiere un processo di astrazione e di concentrazione insieme. Tutto egli sottopone a una domanda di senso. E, guardandosi intorno, si chiede dove possa essere il paradiso, un posto dove si sta bene con poco, tra le cose semplici di ogni giorno.

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Percorsi paesaggi abbandoni nei versi di Giorgio Caproni

gennaio 27, 2014 in Album fotografici, Letteratura

LUOGHI DELLA POESIA SULL’ORLO DEL SILENZIO E DEL VUOTO

1242289173-caproni_galluzzo_1[1]La rima del titolo è voluta. Il maestro elementare Giorgio Caproni la usava spesso con i suoi piccoli allievi. Durante la lezione suonava anche il violino (oggi custodito al teatro Goldoni di Livorno) per educare l’orecchio dei ragazzi alla voce magica dello strumento, ma anche alla melodia e, più in generale, alla dimensione della musica, fatta di ritmi, di pause, di riprese, di silenzi. Il suo primo insegnamento lo esercitò in Val Trebbia, negli anni Trenta, tra Loco di Rovegno e Fontanigorda, dove i boschi sono popolati di fate e di castagni, e dove conobbe il suo primo, luttuoso amore, Olga Franzoni, ma dove conobbe poi anche colei che fu la donna della sua vita, Rina Rettagliata, che sposò nel 1938. Caproni era nato nel 1912 a Livorno, città che gli rimarrà nel cuore insieme al ricordo della mamma Annina: «Come scendeva fina/ e giovane le scale Annina!/ Mordendosi la catenina/ d’oro usciva via/ lasciando nel buio una scia/ di cipria che non finiva…». La famiglia si era Leggi il resto di questa voce →

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Appunti sull’ 8 settembre 1943 … e dintorni – Settant’anni dopo

settembre 19, 2013 in Approfondimenti

Ho scoperto l’8 settembre del ’43 al cinema con il film Tutti a casa di  Luigi Comencini (il regista, nato a Salò  l’8 giugno 1916, ancor oggi dimenticato dalla toponomastica salodiana!). Con quel film Comencini ci ha consegnato una pagina tremenda della nostra storia, nei confronti della quale non sappiamo ancora se piangere o vergognarci. Certo, non serve che chiudiamo gli occhi o, peggio ancora, che la dimentichiamo. In quella pagina ci sono rappresentati gli italiani, cioè noi, coi nostri mali storici e con le nostre vigliaccherie quotidiane, quegli stessi mali che già i versi della Commedia dantesca, nel 1300, (Purgatorio, canto VI) avevano tanto stigmatizzato quando parlavano di un’Italia asservita, “di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta…”. Ho ben presente, nel film, la maschera grottesca di Alberto Sordi, e ricordo com’è puntualmente rappresentata quell’arte di arrangiarsi degli Italiani messa in campo nella confusione più totale il giorno dell’armistizio, confusione drammaticamente diffusasi anche nei mesi successivi, fino a diventare causa (ma non la sola!) di scelte di vita o di morte, di complicità col nemico  o di resistenza (morale o armata) ad esso. Che brutta storia! Ne abbiamo pagate le conseguenze per decenni, una volta finita la guerra, e i conti non sono ancora finiti, dopo settant’anni.

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