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I Mosaici Decò della Stazione Centrale di Milano ed un gazebo fuori luogo

gennaio 31, 2013 in Approfondimenti da Andrea Zucchini

I recenti restauri hanno dato una nuova luce alla Stazione Centrale di Milano. Nata come luogo di transito ovvero un NON luogo come le stazioni vengono chiamate, secondo il lessico di Marc Augé, la stazione aumenta il suo introverso richiamo con l’inserimento di negozi commerciali. Leggi il resto di questa voce →

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Figli della notte

gennaio 31, 2013 in Recensioni da Piera Maculotti

BianconiRaddrizzare il mondo, col piombo, il tritolo, la dinamite. Anni 70 e oltre. Lotte dure, cruente; tragici lutti di una lunga Notte della Repubblica. Lo sa bene chi resta: chi sopravvive a una strage, chi – nel vuoto di un’assenza improvvisa – si trova solo. Magari orfano. Come i tanti Figli della notte (Dalai ed. pp. 391 €18), al centro del denso, corposo lavoro di Giovanni Bianconi, inviato speciale del Corriere della sera, impegnato nelle più importanti vicende di giustizia e di cronaca. Gli anni di piombo raccontati ai ragazzi dice il sottotitolo di un libro che ripercorre i passaggi più significativi della nostra recente storia con una narrazione che intreccia privati s entimenti e pubblici eventi, dati, riflessioni e testimonianze toccanti.

Carlo, Silvia, Michele (Bontempi) con Giorgio (Trebeschi), Massimo,  Gianni, Caterina, Giuseppe, Sergio, Roberta, Luca. Dieci nomi diversi; ciascuno fa da incipit ai dieci capitoli che dalle ferite dei figli risalgono ai padri ammazzati e – allargando il contesto – alle centinaia di vittime di una lotta armata che colpisce alla cieca, con stragi indiscriminate, o con uccisioni mirate contro i servi dello Stato, rappresentanti delle istituzioni, bersagli disumanizzati da colpire in quanto simboli… Nel libro invece sono persone con nome, cognome, idee, affetti e famiglie che, lacerate, tentano poi di ricucire, di ripartire.

Come Carlo, figlio di Giovanni Arnoldi, una delle vittime della bomba che squarciò l’Italia intera. 12 dicembre 1969: 17 morti, 90 feriti. 36 anni di un calvario giudiziario e nessun colpevole. Anche a Milano Ingiustizia è fatta, come titola il capitolo dedicato a Brescia, piazza Loggia: tutti assolti. Restano le responsabilità storiche di un paese che Bianconi fotografa in tutta la sua contradditoria fragilità, tra oscure trame eversive, pesanti depistaggi istituzionali e follie rivoluzionarie. Sparatorie, ferimenti, assassini, rossi o neri, dal mondo neofascista – Ordine Nuovo, Ordine Nero, Anno zero, Nuclei Armati Rivoluzionari – a quello comunista: Brigate Rosse, Nuclei Armati Proletari, Prima Linea…

E tra i tanti padri cadono: Graziano Giralucci, fascista atipico giustiziato a Padova (’74); Francesco Coco, magistrato e padre all’antica (’76); l’appuntato Domenico Ricci, uomo della scorta di Aldo Moro (’78),  il maresciallo Mariano Romiti (’79), i magistrati Guido Galli e Mario Amato (’80), Roberto Peci (’81), il prof. venuto da Boston, Ezio Tarantelli… Padri di quei Figli della notte e del lutto che, crescendo, s’interrogano sul senso della vita, e di una Storia che qui è memoria viva e coinvolgente.

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Il governo Monti contro l’Università pubblica

gennaio 30, 2013 in Crisi da Mario Baldoli

Mozione approvata all’unanimità della Conferenza dei rettori delle Università italiane (CRUI) il 20.12.2012.

Le gravissime e irresponsabili scelte del Governo e del Parlamento contenute nel DDL di stabilità risultano perfettamente coerenti con il piano di destrutturazione del sistema iniziato con le LL. 133/2008 e 126/2008 nella legislatura appena conclusasi, a carico di un sistema universitario notoriamente e pesantemente sottofinanziato rispetto alle altre realtà internazionali. La richiesta di mantenere nella disponibilità delle Università 400mln di euro equivaleva a poco più del 10% degli emendamenti introdotti dal Senato e ad appena l’1% dell’impatto complessivo della manovra. Non si è voluto intervenire se non con un pour boire di 100mln di euro.

La CRUI prende atto di come gli appelli più volte lanciati dalla Conferenza in via ufficiale e a mezzo stampa sin dall’insediamento del Governo sulle conseguenze dell’ulteriore taglio di 400 milioni siano rimasti del tutto inascoltati e le garanzie formulate al riguardo dal Ministro dell’Università siano state totalmente tradite e disattese. E non è più sufficiente, purtroppo, dichiarare che l’Università va in fallimento senza che ciò produca i suoi necessari effetti a tutti i livelli.

Quanto approvato dal Parlamento è in patente contraddizione con le tanto frequenti quanto vacue prese di posizione in favore dei giovani e della ricerca; determinerà un crollo oggettivo del sistema universitario italiano e la sua immediata fuoriuscita dall’Europa.

La CRUI respinge in toto il disegno politico che porta all’affossamento del sistema universitario nazionale, statale e non statale. Per conseguenza, a fronte di una diminuzione del 12% delle risorse nel triennio e di una qualsiasi idea di sviluppo del sistema universitario, la CRUI annuncia fin da subito:

  • l’impossibilità di avviare alla ricerca i giovani meritevoli;
  • l’irricevibilità del piano triennale inviato alla Conferenza dal MIUR e delle conseguenti forme di ripartizione ivi previste, incluse quelle premiali
  • l’impossibilità di adempiere alle scadenze burocratiche indicate dall’ANVUR di valutazione della didattica, vista l’assenza di risorse adeguate per la costruzione dell’offerta formativa;
  • l’impossibilità, alle condizioni attuali, di partecipare in modo competitivo al programma Horizon 2020 e agli obiettivi di efficienza didattica in termini di laureati chiestici dall’Europa.

Deve essere inoltre ben chiaro che, a séguito dei nuovi tagli, le Università italiane garantiranno le spese del solo personale in servizio e si vedranno costrette alla riduzione di non meno del 20-25% dei servizi essenziali per il funzionamento (luce, gas, riscaldamento, laboratori, biblioteche) con le prevedibili conseguenze sulle infrastrutture della didattica e della ricerca, sull’offerta formativa, sulle immatricolazioni e sulla correlata fuga delle menti migliori verso Paesi più “ospitali”. Inoltre, come più volte annunciato, la drastica e inopinata diminuzione delle entrate dallo Stato provocherà lo sforamento dei bilanci di più della metà degli Atenei italiani.

Il Paese, anche in vista delle prossime scadenze elettorali, deve essere consapevole che alle parole spese per lo sviluppo, per la difesa dei giovani e delle loro opportunità dovrà seguire la garanzia dei fatti. Non si può né si deve continuare a mentire. Come può l’Italia stare in Europa se non vi porta le sue Università? Le Università italiane vogliono essere trattate e giudicate su standard europei. Nulla di più.

La CRUI ritiene che l’occupazione dei propri spazi di autonomia da parte di una politica nemica del sapere abbia prodotto risultati disastrosi; intende avviare nelle prossime settimane un dibattito sulle nuove scelte per il futuro del sistema con tutti gli interlocutori coinvolti, a cominciare dagli studenti e dalle famiglie, in vista di un’Assemblea aperta da tenersi prima delle elezioni politiche per rilanciare un’idea diversa di Università nel Paese.

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La parola del sindaco: Sono veloce, le multe sono un optional

gennaio 30, 2013 in Satira da Mario Baldoli

Cari concittadini, siamo in pole position per le elezioni. E io voglio essere chiaro su alcune accuse che mi verranno dagli avversari politici. La stampa locale dice che io, con alcuni autisti, ho accumulato in tre anni 78 multe per eccesso di velocità. Dicono che, non essendo state pagate, da 3.000 euro che erano all’inizio, ora Equitalia ne vuole oltre 21.000.

Ebbene: io sono veloce.

La stampa locale mi presenta come un pilota rintronato al pit stop. O un morto di sonno che non si accorgeva degli eccessi di velocità dei miei autisti. E chi via ha detto che non guidavo io? A me piace guidare, lo sanno tutti. Infatti vicino alla Loggia tengo l’auto personale, col motore acceso.

Vero che a volte gli autisti tornavano soli dall’aeroporto o da qualche mio convegno col piede pesante. E allora? Io li incitavo a correre. E perché? Perché non perdessero ore preziose di lavoro. La nostra è una città catto-calvinista, nessun bresciano si è mai fermato in autostrada per una panino Camogli, chiaro?

Si dice di dipendenti comunali infedeli che non avrebbero passato le multe all’ufficio addetto. E allora? Quanto alla fedeltà non accetto lezioni da nessuno: mi sono sposato due volte, amo la famiglia. Ho due figli. Credete che sull’argomento non ne sappia abbastanza?

Si dice anche che ho usato l’auto data in comodato al Comune dalle concessionarie, ma solo per impieghi ufficiali. E che ne sapete? Ecco un esempio di mala informazione.

Piuttosto: perché il prefetto non ha cancellato le multe? Doveva farlo, perché le multe sono un optional, non la normalità. Se viaggiavo col lampeggiante è ovvio che avevo fretta. Vedo gente, faccio discorsi, partecipo a convegni, incontri, cene, volete che passi la vita in fila? Un travet non immagina i miei impegni pubblici, che poi sono solo per il suo bene.

Mi hanno chiesto: chi paga le multe. Ovvio, il Comune, ma i cittadini le pagano volentieri, lieti di avere il sindaco più veloce d’Italia. Andate invece a informarvi delle multe che ha preso il vicesindaco Rolfi, che certo è più spento di me, anche di riflessi, ma questo non ditelo in giro.

Sappiate che nel mio prossimo programma elettorale c’è la proposta di tornare alle vecchie gloriose Mille Miglia, quelle della velocità. Ho chiesto all’Unesco di prenderle sotto la sua protezione.

Insomma, bresciani, sveglia! E muovetevi secondo la vostra più profonda tradizione.

Ah, qualcuno chiede dei 500-600.000 euro che ci deve Artematica? Bresciani, sveglia! Guardate le travi negli occhi altri, non i bruscolini nei vostri.

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Cioè, cioè.. fate sul serio?!

gennaio 29, 2013 in Satira da Sonia Trovato

A quanti ritengono che la generazione nata negli anni Ottanta abbia, rispetto a quelle passate, avuto il privilegio di crescere cullata, servita e riverita, tra Toys center e paghette settimanali da nababbi, opponiamo almeno tre argomenti: Dawson’s creek, Non è la RAI e la posta del Cioè. Leggi il resto di questa voce →

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Maria Cristina e i sapori d’Argentina

gennaio 27, 2013 in Nuovi cittadini da Beatrice Orini

Maria Cristina(1)Nome: Maria Cristina

Cognome: Triggiano

Età: 57 anni

Professione: attività in proprio (ristorante Mamitas in via Mantova 118)

Paese d’origine: Argentina

In Italia dal: 2002

Stato civile: divorziata

Sogno: Che il ristorante cresca e diventi un punto di ritrovo per i bresciani

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Dame, futuro meccanico e aspirante calciatore

gennaio 27, 2013 in Nuovi cittadini da Beatrice Orini

Dame G9Nome: Dame

Cognome: Kandji

Età: 17 anni

Professione: studente

Paese d’origine: Senegal

In Italia dal: 2010

Stato civile: libero

Sogno: Fare il calciatore

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da admin

I quadri dimenticati del Seicento e del Settecento bresciano. Un catalogo necessario ad una pinacoteca necessaria.

gennaio 23, 2013 in Arte e mostre da admin

Mina Gregori, una delle più illustri studiose d’arte dei nostri tempi, ha definito il nuovo catalogo della Pinacoteca Tosio Martinengo – limitato alle opere del Sei e Settecento – uno dei migliori volumi editi negli ultimi anni.

Pinacoteca-Tosio-Martinengo-ItinerariBrescia

I cataloghi scientifici dei musei italiani seguono, generalmente, il principio secondo il quale le collezioni di un museo si raggruppano per area geografica (pittura veneta, lombarda, emiliana, etc…); all’interno di ogni area, si succedono le schede dei dipinti ordinate alfabeticamente, per autore.
Il catalogo della pinacoteca bresciana si conforma, in linea di principio, a questo modello; con una variante molto significativa, che ha suscitato perplessità in non pochi addetti al settore. I curatori – Elena Lucchesi Ragni e Marco Bona Castellotti – hanno tentato, nella prima sezione del volume, legata alla pittura bresciana, di accennare ad un criterio storico artistico che andasse oltre la consueta prassi catalogica: raggruppare sotto la “Pittura a Brescia” tutti i dipinti di artisti non necessariamente bresciani, che hanno lasciato in città opere di grande importanza. Sotto la pittura bresciana, per esempio, figura anche il veneziano Palma il Giovane; l’artista non è bresciano, ma le sue opere in città hanno costituito la base per buona parte della pittura del Seicento. Palma diventa parte integrante dell’arte locale; diventa “bresciano”. Opere che a Venezia si sarebbero disperse nella marea della pittura manieristica, nella Lombardia orientale sono diventate materia su cui lavorare per creare nuove strade, da parte dei pittori che volevano svincolarsi dai modelli cinquecenteschi, ancora moretteschi.
La questione, che può sembrare capziosa ai non addetti ai lavori, si rivela di grande importanza quando si tratta di giudicare l’ampiezza dello sguardo di un volume e la prospettiva che lo ha generato. Sfogliare la prima sezione del volume – bella impaginazione, classica e chiara – è fare un excursus sull’intera storia della pittura bresciana. Un criterio analogo non è stato applicato ai dipinti delle altre scuole italiane e straniere; questa discrepanza è ampiamente giustificabile per il fatto che la pinacoteca di Brescia non è sufficientemente rappresentativa di tutte le altre realtà locali e, quindi, sarebbe stato ridicolo tentare una storia della pittura marchigiana o napoletana nel seno delle collezioni comunali.
La novità sin qui rilevata non è sconvolgente; non rivoluziona il modo di fare cataloghi; tuttavia, tenta un discorso diverso in un settore in cui pochissimo spazio è concesso alle varianti sul tema.
L’ironia della sorte è che, accanto alla scelta di pubblicare le opere meno note della pinacoteca bresciana, rivalutando un periodo tutt’altro che morto per l’arte locale, manca una pinacoteca in cui esporle.  Si resta sorpresi del fatto che, nel progetto del nuovo allestimento di palazzo Martinengo da Barco, presentato all’uscita del catalogo, nessuna sala venga riservata ai secoli di Palma il Giovane, di Francesco Paglia con i suoi figli, di Pietro Scalvini e di Andrea Celesti. Pitocchetto a parte.

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da admin

La favola italo-messicana

gennaio 23, 2013 in Recensioni da admin

C´era una volta, in una fattoria lontana, lontana, un bel pollaio…
Là, le galline chiocciavano felici, fiere dei loro pulcini. Ma un mattino di sole, bello di luce, ecco un´ombra: Mamma Chioccia resta a becco aperto nel vedere il suo neonato. Com´è strano! E´ diverso. Di zampette non ne ha due, ma tre; anzi no quattro; oddio, di più! Leggi il resto di questa voce →

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Una principessa per Mino Rossi

gennaio 23, 2013 in Recensioni da Mario Baldoli

 Mino Rossi, il nostro critico musicale, ha pubblicato il suo primo romanzo La principessa di Colfosco, ed Tarantola, pp. 430. Leggi il resto di questa voce →

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