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Il freddo e la malinconia di Fausta Cialente

febbraio 27, 2023 in Senza categoria da Roberta Basche

Copertina-un-inverno-freddissimo-fausta-cialenteUn inverno freddissimo di Fausta Cialente, scrittrice nata nel 1898 e morta nel 1994, è stato recentemente ripubblicato da Nottetempo a cura di Emmanuela Carbè e favolosa è la scelta dell’editore di ripubblicare nei prossimi mesi anche i suoi racconti e due romanzi, Ballata levantina e Vento nella sabbia di questa autrice.

Fausta Cialente nasce a Cagliari da un ufficiale dell’esercito e da una cantante soprano triestina, Elsa Wieselberger che trasmetterà alla figlia l’amore per la musica.

La vita di Cialente è in viaggio sia da bambina per il lavoro del padre sia in seguito al matrimonio con Enrico Terni, musicologo con il quale la scrittrice si trasferisce ad Alessandria d’Egitto. Vivrà in Egitto dal 1921 al 1947 collaborando alla propaganda antifascista di Radio Cairo.

La scrittura di Un inverno freddissimo conduce il lettore nell’inverno milanese del 1946-47, tra le macerie della città, le ristrettezze del dopoguerra ma anche le parole affettuose e rassicuranti della protagonista, Camilla, e la sua tenacia nell’affrontare i problemi della famiglia: Non sapevano che un terribile inverno stava già fluttuando tra nubi remote, allargava ali immense e si preparava a discendere per afferrare e stringere ogni cosa nel suo mortale abbraccio. Leggi il resto di questa voce →

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Nei giardini di Shiraz

febbraio 6, 2023 in Letteratura, Persia da Roberta Basche

Gli iraniani sono protagonisti di una storia millenaria che richiede di venir interpretata con la pazienza dei tempi lunghi. Ormai la storia volta pagina in Iran spezzando l’anomalo binomio tra Islam e rivoluzione. Quarant’anni dopo l’imposizione dell’obbligo di indossare il hijab è la rivolta delle donne ad annunciare un futuro migliore. Gli articoli della sezione “Persia” cercano di comprendere questa complessità.

Simin Daneshvar

Simin Daneshvar

Iran 1969. Viene pubblicato il primo romanzo di una donna: Suvashun, una storia persiana di Simin Daneshvar. Simin Daneshvar, figlia di un’artista e di un medico, nasce nel 1921 a Shiraz, la città dei poeti. Studia in una scuola di missionari inglesi; si laurea in lingua e letteratura persiana all’Università di Teheran e vince una borsa di studio per approfondire scrittura creativa negli Stati Uniti con Wallace Stegner “il Decano degli scrittori occidentali”, premio Pulitzer per la narrativa nel 1972. In quegli anni Simin pubblica due racconti in lingua inglese.

Si sposa con lo scrittore e intellettuale Jalal Al-e-Ahmad, in un matrimonio non convenzionale, non deciso né approvato dalle famiglie d’origine.

Al suo rientro in Iran insegna all’Accademia di Belle Arti per poi dedicarsi completamente alla letteratura, pubblicando racconti e altri due romanzi facenti parte di una trilogia rimasta incompiuta.

 

La prima pubblicazione di Daneshvar con il proprio nome è del 1948: si tratta di una raccolta di racconti intitolata Fuoco spento di cui la stessa autrice sarà orgogliosa. In precedenza aveva pubblicato con lo pseudonimo “Anonimo di Shiraz”. Leggi il resto di questa voce →

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Lolita, Nafisi e il nostro totalitarismo

gennaio 13, 2023 in Approfondimenti, Persia da Mario Baldoli

Copertina NafisiSeduto davanti al bidet coperto da una grande valigia a far da scrivania, Vladimir Nabokov lavorava in un monolocale di Parigi negli anni Venti: usava il gabinetto per non svegliare il figlio piccolo.

Il saggio di Azar Nafisi, Quell’altro mondo, Nabokov e l’enigma dell’esilio, ed. Adelphi, trad, di Valeria Gattei, pubblicato in Iran nel 1994, arricchito ora da un’ampia premessa, è il primo tassello di una trilogia completata da Leggere Lolita a Teheran e La repubblica dell’immaginazione, ambedue Adelphi. La passione della scrittrice iraniana Nafisi per Nabokov è nella comune esperienza dell’esilio, della censura e della necessità di scrivere. E tutti e due hanno un grave difetto.

Nafisi, rientrata in patria nel 1979, l’anno della rivoluzione di Khomeini, impossibilitata a continuare ad insegnare letteratura inglese all’Università di Teheran, decide, a rischio della propria vita, di organizzare nella propria casa un seminario per sette delle sue allieve, per il godimento della lettura e per discutere alcuni dei più importanti capolavori della cultura occidentale, per infrangere le regole di un regime censorio: Il seminario diventò il nostro rifugio, il nostro universo autonomo, una sorta di sberleffo alla realtà di volti impauriti e nascosti nei veli della città sotto di noi. Così le studentesse “attraversarono” la Rivoluzione islamica iraniana: sotto il velo, in un intreccio di contraddizioni, la rivendicazione dell’identità culturale e nazionale della propria gente, voglia di Occidente ma rifiuto di appiattimento in esso. Leggi il resto di questa voce →

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Donna vita libertà

dicembre 30, 2022 in Letteratura, Persia da Mario Baldoli

G9 scrive sulla lotta che le donne e gli uomini dell’Iran hanno iniziato quattro mesi fa per rovesciare il regime. Essendo una rivista di cultura, facciamo conoscere poeti e scrittori persiani anche del passato, convinti che essi siano la forza che agisce nel profondo di donne e uomini per ribellarsi, rispondere con coraggio alla repressione e ottenere la libertà.

Tutti i Persiani scrivono poesie, citarle è segno di distinzione (Mashid Alinejad, Il vento tra i capelli, Roma 2019).

 

Nima Yushij

Nima Yushij

Nima Yushij (1895-1960)

Nima Yushij (1897-1960), il primo grande poeta persiano moderno, sviluppò la forma poetica del verso libero, che rimosse le antiche restrizioni della rima e del metro tradizionali. Modernizzò così la poesia persiana di cui è considerato il padre.

La mia casa è annuvolata

 La mia casa è annuvolata
con lei tutta la terra è annuvolata.
Dall’alto del valico abbattuto, devastato e ubriaco,
il vento imperversa.
Tutto il mondo ne è devastato,
e così pure i miei sensi.
Tu, o flautista, che la melodia del flauto ha fuorviato, dove sei?
La mia casa è annuvolata, ma
la nuvola è sul punto di piovere.
Immaginando i miei giorni luminosi, sfuggiti al mio possesso,
io sono davanti al sole,
porto il mio sguardo alla soglia del mare.
E tutto il mondo è devastato e abbattuto dal vento,
e per la via, il flautista che perenne suona il flauto, in questo mondo zeppo di nubi,
sta davanti alla sua strada.

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Cinque amori in Persia sotto il faro femminile

dicembre 14, 2022 in Persia da Mario Baldoli

Gli iraniani sono protagonisti di una storia millenaria che richiede di venir interpretata con la pazienza dei tempi lunghi. Ormai la storia volta pagina in Iran spezzando l’anomalo binomio tra Islam e rivoluzione. Quarant’anni dopo l’imposizione dell’obbligo di indossare il hijab è la rivolta delle donne ad annunciare un futuro migliore. Gli articoli della sezione “Persia” cercano di comprendere questa complessità.

Miniatura dal Libro dei re. Cortigiani giocano a scacchi

Miniatura dal Libro dei re. Cortigiani giocano a scacchi

La recente pubblicazione di un poema persiano del XIV secolo d.C. (seguo il nostro calendario), Khwàju di Kerman (Kermani), Homay e Homàyun. Un romanzo d’amore e avventura dalla Persia medievale, prefazione di J. Burgel, traduzione, introduzione e note a cura di Nahid Norozi, ed. Mimesis, dà la possibilità di un confronto con i poemi del (XI-XIV) secolo, cioè dalla rinascita della lingua persiana alla sua diffusione malgrado il dominio politico degli Arabi. Infatti la letteratura, a partire dal IX-X sec. è chiamata neopersiana.

I cinque poemi sono ambientati in età preislamica. Con ciò essi mostrano l’affermarsi di un’autonomia e un orgoglio persiano nei riguardi dei vincitori arabi, conquistati dalla superiore cultura dei vinti.

Mi soffermerò brevemente su questi poemi che in lingua originale si presentano in distici a rime baciate scritti inizialmente in alfabeto arabo-persiano, ma con struttura e contenuti originali.

Iran deriva dall’antico arja che significa nobile e già si trova nel latino ara, arare, ed è usato da Ferdowsi nel suo poema epico, scritto nell’XI secolo, Il libro dei re, ed. Luni, che in oltre 50.000 distici, ossia doppi versi, narra la storia della Persia dalla creazione del mondo all’ultimo re Sasanide prima della conquista islamica del 644. Leggi il resto di questa voce →

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Le parole sono pietre

dicembre 9, 2022 in Recensioni da Roberta Basche

Copertina amiciziaEugenio Borgna con il libro Sull’amicizia pubblicato da Raffaello Cortina ritorna alle parole a lui care e all’importanza che hanno nei rapporti umani e, particolarmente, nella relazione tra medico e paziente.

Gentilezza, mitezza, dolcezza, delicatezza, fragilità, tenerezza sono descritte all’interno dei rapporti di amicizia esplorati in diverse situazioni e nelle diverse età della vita.

In questo percorso Borgna si fa accompagnare dai pensieri di Simone Weil, Emily Dickinson, Antonia Pozzi, Rainer Maria Rilke, Paul Celan, Ingeborg Bachmann, Nelly Sachs, Robert Musil e molti altri scrittori. Leggi il resto di questa voce →

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La vita si perde, non la memoria

dicembre 1, 2022 in Recensioni da Mario Baldoli

Copertina PirloDalle centinaia di pagine del suo Diari, Paul Klee lascia gocciolare una riflessione: “un diario non è un’opera d’arte, ma un’opera del tempo”. Credo possa così dirsi del diario di Giorgio Pirlo, Diario di guerra. Albania e Grecia 1940-1941, a cura di Pino Mongiello, Ronzani editore. Un segno nel tempo, un tempo che resta, è uso dire come monito, mentre sappiamo che monito non sarà, perché la storia, notava Hegel, all’umanità non interessa.

Giorgio Pirlo, medico, sottotenente, poi tenente degli Alpini, nasce a Salò nel 1913, muore nel 1944. Una vita concentrata in trent’anni, prima felice in compagnia degli amici, dell’ambiente del lago, con una la famiglia benestante e culturalmente vivace: il padre è farmacista, la madre casalinga, lo zio Antonio Duse che fu anche medico di D’Annunzio.

Frequenta il liceo classico, si laurea in medicina, specializzazione in pediatria. D’improvviso a 27 anni quella vita, che possiamo immaginare disinvolta e serena, diventa drammatica e orribilmente densa di guerra perché Giorgio la guerra l’ha fatta davvero ed è morto in un campo di concentramento. Leggi il resto di questa voce →

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Lettera aperta a G9: Un’altra edicola chiude, cronaca di un amore interrotto

novembre 23, 2022 in Testimonianze da redazione

 

Francesca Mazzotti, nella sua edicola

Francesca Mazzotti, nella sua edicola

Volentieri pubblichiamo questa testimonianza di Francesca Mazzotti, la cui edicola a Brescia, in via Mazzini/p.zzetta Martiri di Belfiore, chiude per sempre dal 24 novembre 2022.

Pochi, pochissimi negozianti si mettono realmente in discussione accettando la sfida del cambiamento, ciò perché il cambiamento spaventa, rappresenta abbandonare le proprie sicurezze.
Ad oggi non scegliere equivale a scegliere di subire in maniera irreversibile tutti i colpi che questa condizione porta con sé, venendo trascinati in una realtà economica che investe tutti.
Dietro ad una chiusura di attività esiste sempre tanto rammarico, la sensazione di non avercela fatta, di non essere riusciti a cogliere quel momento di cambiamento, figuriamoci nel campo delle edicole.
Nel 2001 in Italia c’erano più di 36 mila edicole. Nel 2017 sono diventate circa la metà 15.876; nel gennaio 2020 circa 11.000 e oggi forse siamo dimezzati.
Nelle vendite di quotidiani e riviste si passa dai 6 milioni e 800 mila copie al giorno nel 1992, a 1 milione e 800 mila copie nel 2018. Ben 5 milioni di copie in meno al giorno!
A volte l’editore tenta qualche perla, ad esempio attraverso un inserto in più per soli 50 centesimi, crede di fare un mezzo regalo, ma molti lo vedono come un’imposizione e hanno una reazione contraria rispetto a quella che l’editore si aspetta.
Gli abbonamenti poi ….
Che succede con gli abbonamenti?
Gli editori stessi li vendono on-line, a volte noi stessi vendiamo, allegato alla rivista, il buono per acquistarla con il 70 per cento di sconto, in abbonamento. È come se andassi dal macellaio a comprare la carne e sullo scontrino che ti dà ci trovi scritto: guarda che questa carne che hai pagato venti euro, se la ordini per telefono puoi averla direttamente a casa e pagarla cinque euro. A quel punto continui a comprarla da lui o telefoni? Telefoni e quindi il macellaio muore. E si chiede…perché ??
Ascoltando poi i clienti e vedendo cosa acquistano, di cosa discutono, che discorsi e domande ci scambiamo, mi faccio delle domande anch’io.
Per esempio, che me ne frega di quello che succede in Arabia Saudita quando io vivo qua e non so che la strada domani sarà chiusa, o che faranno i lavori e mi toglieranno l’acqua? L’utilità è di avere un giornale che ti dice cosa succede il giorno dopo e non il giorno prima. Quando il giornale esce è già vecchio di due giorni. Magari la gente vuole risentire le stesse cose e avere delle conferme, ma può anche dirsi: perché lo compro se queste notizie le ho già sentite alla tv? Mi dicesse qualcosa che non so, quello che mi è utile.
Perché il giornalista non potrebbe fare una ricerca e un confronto fra le spese che si pagano nelle diverse banche e dire qual è più conveniente. Se pubblichi questa informazione la gente apprezzerà il tuo giornale. Potresti dire: andate a comprare questo prodotto là perché costa meno. O fare un listino e spiegare che Tim e Vodafone costano più di altri, così la gente può cambiare.
Sono esempi per suggerire qualcosa di utile e alla portata di ogni età e classe sociale, un rinnovamento; naturalmente riportando queste informazioni con parole alla portata di tutti, non con termini come “Il sole 24 ore” che per la maggior parte della clientela è arabo.
Se ci dicono che sono affogati venti bambini nello stretto tra la Sicilia e la Tunisia ci dispiace, chi umanamente non può che esserne triste e sentirsi colpito al cuore, ma che questo venga montato e buttato in politica, dà fastidio e non ci interessa.

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Chi va con l’asino e chi con l’automobile

novembre 18, 2022 in Approfondimenti, Recensioni da Mario Baldoli

Senza titoloAppare ora nell’editore Adelphi che ne sta completando l’opera (circa 120 volumi), un libro con alcuni reportage di Georges Simenon, Il Mediterraneo in barca, trad. di Laura Vanorio e Girimonti Greco, nota di Matteo Codignola.

E’ il viaggio su una goletta alla scoperta di una realtà che lo scrittore di Liegi non conosceva. Siamo nel 1934; tre anni prima aveva inaugurato con Pietr le Letton, l’epopea del commissario Maigret. Anche se nei reportage c’è un cadavere e di un altro si parla, non c’è lavoro per Maigret, l’assassino è noto e subito catturato, l’altro è una favola.

Il Mediterraneo è per Simenon un mondo nuovo: la variabilità dei venti, i porti, le abitudini e i modi vivere della gente, il sesso, tutto si coagula così da sembrare gli appunti per un libro di antropologia.

Il tema centrale è il confronto tra le società del nord e quelle del sud.

Nelle società del nord tutto è organizzato, alcuni si siedono a un tavolo per studiare lottizzazioni e truffe, nuovi investimenti e nuove idee, dormono nei Grand Hotel, frequentano i casinò e parlano sempre di crisi. Risparmiano per passare le vacanze al sud nel caldo Mediterraneo che forse non godono neanche “preferendo suicidarsi a Montecarlo”. Leggi il resto di questa voce →

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Leggende e racconti nascosti nei boschi d’Italia

ottobre 24, 2022 in Recensioni da Roberta Basche

Alberi copertinaGli alberi del nostro Paese custodiscono segreti, gli scaffali delle biblioteche cittadine …anche.

Ed è alla biblioteca del Museo di Scienze naturali che un faggio dalle foglie gialle e dal tronco blu, troneggiante sulla copertina di un libro, mi ha attirato come una calamita: Alberi! 30 frammenti di Storia d’Italia, edito da Marsilio nella collana Arte.

Questo sottile libretto (79 pagine suddivise tra testo e immagini) è stato pubblicato in occasione della mostra omonima tenutasi da marzo ad agosto 2022 presso il Museo del ‘900 di Mestre; la mostra e il libro sono opera di Annalisa Metta (paesaggista), Giovanni Morelli (arboricoltore), Daniele Zovi (esperto di alberi e divulgatore), Guido Scarabottolo (illustratore).

Il volumetto è costituito da ritratti disegnati e scritti, seri e scherzosi, di 30 alberi che nelle parole di Michelangela Di Giacomo, curatrice del Museo del ‘900 di Mestre, sono “testimoni silenziosi di uno dei tanti frammenti che compongono il ricco e poliedrico mosaico della storia d’Italia recente e lontana”.

Sono alberi rigogliosi e festosi, feriti e venerati e ad un primo sguardo tra le pagine mi colpiscono per la loro bellezza l’Acero di monte tranquillo, il Cipresso di San Francesco, la Farnia di sterpo. Leggi il resto di questa voce →

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